Tumori: ricerca IRE su proteina che potrebbe bloccare proliferazione cellule malate

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proteina

Una proteina potrebbe bloccare la proliferazione delle cellule tumorali. Un nuovo studio condotto dal team del dipartimento di oncologia sperimentale dell’Istituto Regina Elena e pubblicato su Molecular Cell, prova infatti che la proteina HIPK2 (Homeodomain – Interacting Protein Kinase 2) svolge un ruolo chiave nel controllo della divisione cellulare.

In questa fase, detta citochinesi, la proteina consente l’attivazione dell’istone H2B che, a sua volta, da’ il via alla formazione di due cellule figlie ”normali”. I ricercatori hanno anche osservato che in assenza della proteina HIPK2 la citochinesi si blocca e si formano cellule figlie binucleate, che possono accumulare ulteriori difetti responsabili dell’insorgenza di un tumore.

I risultati dello studio riconoscono per la prima volta alle proteine HIPK2 e H2B una funzione fondamentale per la stabilita’ del genoma e la corretta divisione cellulare.

Spiegano gli scienziati: nel nostro organismo la divisione di una cellula madre in due cellule figlie culmina con la citochinesi, ossia la divisione del citoplasma. I difetti accumulati dal processo di divisione cellulare possono condurre ad una mancata separazione delle cellule figlie e alla formazione di cellule binucleate alla base della tumorigenesi, vale a dire dell’insorgenza del cancro.

Nonostante il fenomeno sia noto da molti anni, le cause scatenanti non sono ancora del tutto chiare. Questo studio aggiunge un ulteriore tassello.

Sebbene alcune cellule binucleate (tetraploidi) siano normalmente presenti nel nostro organismo, come per esempio nel cuore e nel fegato, la formazione di cellule tetraploidi a causa dell’assenza della proteina HIPK2 durante la divisione del citoplasma causa instabilita’ genomica e predispone alla proliferazione di cellule tumorali.

”L’interessante scoperta – evidenzia Ruggero De Maria, direttore scientifico IRE – rappresenta un primo passo verso terapie mirate che impediscano la proliferazione delle cellule neoplastiche”.

Il lavoro e’ stato realizzato grazie ai fondi dell’AIRC e del Ministero della salute – Bando giovani ricercatori.

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