Alzheimer: scoperto un legame con i grassi nel sangue
Nuovi passi avanti nella comprensione dell’Alzheimer, la malattia neurodegenerativa che colpisce circa 36 milioni di persone in tutto il mondo: secondo uno studio pubblicato su Neurology da un gruppo di ricercatori guidati da Michelle Mielke della College of Medicine della Mayo Clinic di Rochester (Usa), i livelli di ceramidi – particolari tipi di lipidi presenti nel sangue – sarebbero coinvolti nello sviluppo dell’Alzheimer, la forma di demenza più diffusa.
Lo studio ha visto coinvolte 99 donne senza demenza tra i 70 e i 79 anni, delle quali sono state misurate, durante i 9 anni di durata dello studio, i livelli di ceramidi e la sopravvivenza. Dallo studio è emerso che 27 delle 99 donne sottoposte a osservazione (27,3%) hanno sviluppato la demenza di Alzheimer: 18 tra queste, il 66,7%, ha nello specifico ricevuto una diagnosi di Alzheimer probabile. Una relazione causa-effetto, spiegano i ricercatori, che risulta più forte rispetto alle altre concause note per essere coinvolte nello sviluppo di questa patologia.
Dallo studio è emerso che, rispetto alle donne con i valori più bassi di ceramidi, quelle con i valori più alti e quelle con i valori mediani sono risultate rispettivamente 10 e 7,6 volte più a rischio di sviluppare l’Alzheimer. Il colesterolo totale, la quantità di lipoproteine ad alta densità e i trigliceridi non sono invece risultati associati all’insorgenza della patologia neurodegenerativa.
Per quanto preliminari i risultati di questo studio, suggeriscono i ricercatori, mettono in evidenza che i ceramidi sono associati all’insorgenza dell’Alzheimer. Ulteriori studi dovranno essere svolti per valutare i risultati su numeri più ampi.