Linfoma dell’orbita: si usano gli antibiotici per curarlo nei pazienti affetti
Un gruppo di ricercatori dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano e del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (Pordenone) ha scoperto che l’uso mirato della Doxiciclina, antibiotico efficace nella terapia delle infezioni del batterio Clamidia, rappresenta una vantaggiosa ed efficace terapia di prima linea nei pazienti affetti da linfoma dell’orbita. I risultati della ricerca, coordinata da Andres J.M. Ferreri, Maurilio Ponzoni e Claudio Doglioni dell’Unita’ Dipartimentale Tumori Linfoidi-Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, e da Riccardo Dolcetti del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, sono stati pubblicati sul ‘Journal of Clinical Oncology’. La congiuntivite cronica e altre infezioni oculari umane da Chamydophila psittaci sono raramente diagnosticate, ma la presenza di alti tassi di infezione causate da questo microrganismo in animali domestici suggerisce la possibilita’ che queste infezioni nell’uomo siano molto piu’ frequenti di quanto finora ritenuto. Lo stesso gruppo di ricercatori in passato (The Journal of The National Cancer Institute, aprile 2004) aveva dimostrato l’associazione tra l’infezione da Chlamydophila psittaci, il batterio responsabile della psittacosi (un’infezione umana favorita dal contatto con alcuni animali domestici e che provoca, in alcuni casi, una forma di polmonite) e l’insorgenza dei linfomi degli annessi oculari, cioe’ delle strutture anatomiche che circondano l’occhio e comprendenti la ghiandola e il sacco lacrimale, l’orbita e la congiuntiva. I primi dati terapeutici avevano suggerito un potenziale vantaggio ricavato dall’uso degli antibiotici in tali pazienti. Lo studio attuale e’ stato condotto per la prima volta in maniera prospettica e controllata su un gruppo internazionale di 40 pazienti affetti da linfoma dell’orbita associato a infezione da Chlamydophila psittaci.
Lo scopo e’ stato quello di verificare la reale frequenza dell’associazione di tale tumore con l’infezione da Chlamydophila psittaci e di valutare l’efficacia della sola terapia con Doxiciclina, senza l’uso di radioterapia e/o chemioterapia. I risultati della ricerca sono stati incoraggianti: nonostante alla diagnosi l’infezione da Chlamydophila psittaci fosse presente in piu’ dell’80% dei pazienti, dopo la terapia con Doxiciclina non e’ stata riconfermata la presenza del batterio. Dato particolarmente importante: circa l’80% dei pazienti in cui l’infezione e’ stata efficacemente debellata ha ottenuto una regressione duratura del linfoma. Questo successo rappresenta un significativo progresso nella terapia del linfoma dell’orbita, che attualmente costituisce il 55% dei tumori maligni di questa regione anatomica e presenta un costante aumento di incidenza. “L’uso in prima linea della Doxiciclina nel trattamento dei linfomi dell’orbita associati a Chlamydophila psittaci, come terapia rapida, innocua e a basso costo”, ha spiegato Ferreri, “si e’ rivelata efficace nel controllare il tumore, se non addirittura causarne la regressione in molti pazienti, senza precludere in alcun modo la scelta di eventualmente adottare successive terapie quali radioterapia e/o chemioterapia in caso di mancata risposta all’antibiotico”. “L’analisi dei tamponi congiuntivali e del prelievo ematico”, ha argomentato Dolcetti, “si e’ rivelata un metodo molto efficace per identificare e monitorare la presenza dell’infezione; tali esami, poiche’ minimamente invasivi, sono ben tollerati e possono quindi costituire un valido supporto diagnostico per questi pazienti”. Conclude Maurilio Ponzoni, Unita’ Dipartimentale Tumori Linfoidi, IRCCS Ospedale San Raffaele: “I prossimi passi saranno quelli di stabilire quali possano essere i meccanismi alla base della potenziale mancata eradicazione del batterio in una frazione dei pazienti e, in questo contesto, e’ imminente l’avvio di uno studio clinico e biologico volto a chiarire questi aspetti”. I trattamenti oncologici convenzionali, quali la radioterapia e la chemio – precisano i ricercatori – sono altrettanto efficaci in questi pazienti, ma gravati da importanti effetti collaterali che in alcuni casi possono comportare la perdita della funzionalita’ dell’occhio e tutte le potenziali conseguenze indesiderate, a breve e lungo termine, della chemioterapia. Uno schema terapeutico efficace e ben tollerato a base di Doxiciclina potrebbe definitivamente pertanto rappresentare una valida alternativa all’uso di radioterapia e chemioterapia come prima linea di trattamento in questi pazienti. Questo e’ l’ambizioso obiettivo che questi ricercatori inseguiranno nel loro prossimo studio clinico, che sara’ fra poco aperto alla registrazione di pazienti in diversi centri europei coinvolti.