Tumori: migliora la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi

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Cancer

I 5 big killer, i tumori (colon retto, polmone, seno, prostata e stomaco) che ogni anno fanno registrare il maggior numero di decessi, oggi fanno meno paura. Il merito e’ dell’ampia diffusione dei programmi di screening e di terapie piu’ efficaci che hanno cambiato radicalmente la storia di queste malattie. A 5 anni dalla diagnosi e’ vivo l’88% di chi e’ colpito da neoplasia della prostata, l’87% al seno e il 58% al colon-retto. I dati emergono dal Convegno Nazionale dei giovani oncologi dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), che si e’ appena concluso a Perugia, con la partecipazione di oltre 150 specialisti under 40 provenienti da tutta Italia.

“Dall’analisi delle cifre disponibili relative al periodo 1998-2005 – spiega Stefania Gori, tesoriere AIOM e oncologa all’Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia – emerge una riduzione significativa della mortalita’ complessiva per tumore, in entrambi i sessi. Il calo e’ del 12% nei maschi e del 6% tra le femmine. E’ la conferma che l’Oncologia italiana e’ fra le migliori al mondo, grazie anche al contributo dei giovani specialisti. La nostra societa’ scientifica da sempre e’ impegnata nella loro formazione, garantendo scambi continui con i professionisti ‘senior’. Negli ultimi anni, numerose novita’ terapeutiche hanno caratterizzato il trattamento di quasi tutte le neoplasie solide. In particolare, molti farmaci a meccanismo d’azione bio-molecolare, sulla base dei risultati ottenuti nelle sperimentazioni cliniche, sono diventati parte integrante dell’armamentario terapeutico dello specialista. Anche il trattamento dei principali ‘big killer’, che rappresentano la quota piu’ importante di attivita’ quotidiana di una divisione di oncologia medica, si e’ oggi arricchito dell’impiego di nuove armi, in aggiunta ai classici farmaci citotossici”. Per alcune patologie meno frequenti, come il tumore del rene e del fegato, la disponibilita’ di molecole innovative ha radicalmente rivoluzionato l’approccio al trattamento della malattia avanzata. “E’ sufficiente rileggere un testo di pochi anni fa – continua Massimo Di Maio, coordinatore dei giovani oncologi dell’AIOM – per rendersi conto di quanto velocemente le nuove evidenze scientifiche abbiano determinato cambiamenti nella pratica clinica. Congresso dopo congresso, aumentano le evidenze a sostegno dell’efficacia di nuovi trattamenti e la conoscenza dei fattori predittivi che dovrebbero aiutare le decisioni terapeutiche rendendole mirate e personalizzate per il singolo paziente. In questo Convegno gli oncologi senior hanno svolto il ruolo di moderatori e i giovani sono stati i relatori”. (AGI) .

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