Virus del Nilo: aree a rischio presenti anche in Italia
La West Nile, o virus del Nilo occidentale, non risparmia nemmeno il nostro Paese. In Italia, infatti, esistono specifiche aree a rischio infezione: sono 43 i casi di malattia neuro-invasiva da West Nile segnalati tra il 2008 e il 2011. A essere colpite 5 regioni, soprattutto Veneto ed Emilia Romagna, con una mortalità del 16% e un’incidenza di 0,55 per 100 mila abitanti. A fare il punto esperti riuniti oggi a Roma, nel corso della conferenza ‘L’epidemia della West Nile: tra superstizione e verità’.
Si tratta di una malattia infettiva, trasmessa dalle zanzare ed e’ da tempo nota per la sua capacità di aggredire il sistema nervoso centrale e in particolare l’encefalo.
In Italia la situazione appare preoccupante per i cavalli e altri equini: al 27 febbraio 2012 sono stati confermati oltre 90 focolai di infezione con 197 animali coinvolti. La malattia, che ha un andamento endemico-epidemico, e’ diffusa soprattutto in Africa, Europa Orientale, Asia occidentale, Medio Oriente e più recentemente negli Stati Uniti. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona. Attuali strategie preventive prevedono raccomandazioni del ministero della Salute per contenere e ridurre la diffusione del vettore e controlli su emoderivati (incluse cellule staminali) tessuti e organi per trapianti e sorveglianza zooprofilattica.
“Non dobbiamo creare situazioni di allarmismo relative alla West Nile – dichiara Antonio Tomassini, presidente della Commissione Sanità del Senato – Non si sono riscontrati contagi da animali a uomo, questo pero’ non deve farci abbassare la guardia. E’ bene monitorare la situazione perché al momento non esiste una terapia mirata in grado di attaccare direttamente il virus e non esiste ancora un vaccino specifico per l’uomo. L’unica misura possibile rimane ancora solo il controllo nei confronti della popolazione di zanzare”.