Conoscere i reni: analisi del sangue da fare
Reni, questi sconosciuti. È proprio il caso di dirlo a proposito dei “filtri” dell’organismo. Quando qualcosa non va, danno segnali difficili da interpretare per il paziente. Vediamo, invece, come scoprire il loro “linguaggio”.
Nefropatie – “Quando inizia una nefropatia, i reni non danno segni precisi e diretti”, ricorda la nefrologa Annamaria Bernardi. “Solo quando la nefropatia è in fase avanzata vi sono sintomi ben precisi”. Quali? “L’anemia, l’ipertensione, gli edemi, senso di nausea e vomito, astenia profonda e stato soporoso”.
Infezioni vie urinarie o cistiti – Più facile accorgersi velocemente delle infezioni, i cui “fastidi” non sono certo invisibili. “Febbre elevata con brivido, difficoltà a urinaria e minzione dolorosa, urine torbide e spesso anche con tracce di sangue”, spiega l’esperta. Gli stessi sintomi si possono accusare se vi è una calcolosi renale, ma “in questo caso in più avremo una colica renale o a destra o a sinistra – precisa la nefrologa -, colica che è molto forte e indirizza subito alla diagnosi”.
Altre nefriti – Per quelle di origine infettiva o conseguenti a malattie come il diabete, l’ipertensione, le cardiopatie i sintomi sono più sfumati. Eccoli: “Talvolta constatiamo urine rosate, talora senso di affaticamento – dice Bernardi – in questi casi però il paziente sarà già controllato e la diagnosi sarà precoce”.
Casi familiari – Per soggetti predisposti o con familiarità di patologia renale “è bene fare l’esame delle urine, che, “da solo, è già in grado di dare informazioni su una eventuale patologia renale o delle vie urinarie”, aggiunge l’esperta.
Gli esami – Con un semplice esame delle urine possiamo riscontrare diversi problemi. La spia si accende se vi è la presenza di globuli rossi. La forma dei globuli rivelerà al microscopio la provenienza del “corpo estraneo”. “Infatti se provengono dal rene sono raggrinziti per il lungo e tortuoso percorso che hanno fatto per giungere in vescica – sottolinea Bernardi -, se invece provengono dalle vie urinarie (ureteri o vescica) sono intatti e non hanno subito alterazioni”.
La presenza di albumina nelle urine “vuol dire che la membrana basale del glomerulo si è rotta o è infiammata e lascia passare l’albumina che altrimenti in un rene sano dovrebbe essere trattenuta e rimessa in circolo”.
In qualche raro caso vi può essere presenza di albumina per forti sforzi o per attività fisica intensa (proteinuria da stress), “ma questa scompare poche ore dopo lo sforzo e non è patologica”.
L’acidità urinaria è, invece, elevata quando un soggetto mangia troppa carne e troppe proteine.
La creatinina è un prodotto del metabolismo muscolare e “nel processo di filtrazione renale non viene né riassorbita né escreta per cui passa tutta nelle urine e il suo valore nel sangue è quindi sempre costante (0,8 -1 mg%)” spiega l’esperta. E quando i valori sono fuori norma? “Se troviamo un incremento nel sangue vuol dire che il filtro renale non funziona bene – conclude la nefrologa – perché essendo il rene alterato in senso restrittivo non riesce ad eliminare tutta la creatinina prodotta dai muscoli”.
Salute Il Sole 24 Ore