EPO, sostanza principe. Ma non ci sono canali legali per acquistarla, riservata solo a protocolli terapeutici
L’Epo, ovvero l’eritropoietina. Un ormone prodotto soprattutto dai reni, ma anche dal fegato e dal cervello, che è capace di regolare la produzione dei globuli rossi da parte del midollo osseo. La sua versione ‘artificiale’, realizzata in laboratorio, è un farmaco utile nella cura di particolari anemie e nella fase di recupero dei malati di cancro dopo una chemioterapia. Ma dagli anni ’90 è anche la sostanza ‘regina’ del doping degli sport di resistenza: il sangue più ‘denso’, ricco di globuli rossi, trasporta infatti più ossigeno ai muscoli aumentando la capacità di resistere alla fatica.
“L’Epo resta la regina delle molecole classiche, una delle più potenti, capace di trasformare un brocco in un purosangue. Secondo un calcolo, teorico, sulle prestazioni di uno stesso soggetto dopato e non dopato in una corsa 50 km a cronometro, si può avere una differenza di risultato di 8 minuti”, spiega Dario D’Ottavio, del Consiglio nazionale dei Chimici ed esperto di doping.
In Italia “l’acquisto per vie legali è impossibile. Il farmaco è offerto dal servizio sanitario nazionale e occorre una ricetta particolare, fatta soltanto da un ematologo o da un nefrologo in base ad un protocollo terapeutico. Questo perché la molecola viene somministrata solo in particolari patologie. E’ un prodotto molto caro, il prezzo oscilla- a seconda del dosaggio – tra 100 e 200 euro a fiala. E quindi è molto controllato” .
Ovviamente, aggiunge D’Ottavio, “c’è tutto un mercato clandestino, come succede per le droghe. Ripeto: con canali legittimi, in Italia, non è possibile approvvigionarsi”. Possibile, invece, l’acquisto- sempre illegale – su Internet con il rischio, tra l’altro, di prendere sostanze non controllate o, quando va bene, acqua distillata. D’Ottavio fa notare che i brevetti dell’Epo sono in scadenza e ciò potrebbe spalancare, “le porte del mercato illegale e on line, favorendone notevolmente l’accessibilità”.