La scoperta che valse un Nobel a Rita Levi Montalcini (NGF)attiva l’ovulazione in alcune specie animali
L’Ngf (Nerve Growth Factor) agisce anche come segnale per attivare l’ovulazione in alcune specie animali.
Con l’intento di identificare il fattore che induce l’ovulazione nei lama (OIF, ovulation-inducing factor) il team di ricerca guidato da Gregg Adams, veterinario specializzato nella riproduzione all’Università del Saskatchewan in Canada, è approdato a una sostanza già conosciuta, presente anche nell’uomo e in tutti i vertebrati, chiamata Nerve Growth Factor o fattore di crescita nervoso (NGF). Questa proteina, fino a ora nota per la sua funzione sulla crescita e la sopravvivenza dei neuroni sensoriali, è stata identificata da Rita Levi Montalcini insieme allo scienziato statunitense Stanley Cohen nei primi anni ’50, ma i due dovettero attendere fino al 1986 per ottenere il Nobel per la medicina grazie a questa scoperta. Gli scienziati guidati da Gregg Adams hanno scoperto che questa proteina presente nello sperma agisce sul cervello dei mammiferi femmine attivando l’ovulazione.
L’OVULAZIONE – Questa nuova ricerca è nata dall’osservazione che alcuni animali, come lama, cammello e coniglio, hanno bisogno di un segnale in grado di indurre l’ovulazione nelle femmine. Nel 2005 Gregg Adams e la sua équipe hanno scoperto che questo induttore si trova nel liquido seminale (del lama e di altre specie), e ora sono riusciti a identificarlo con esperimenti che ne determinano struttura e funzionalità. Lo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy, ha permesso di scoprire che si tratta proprio dell’NGF della Montalcini. Ma Adams e colleghi non sono arrivati a questa conclusione senza aver prima sperimentato l’azione del fattore sulla fertilità di altri animali. Trattando le mucche sia in età prepuberale sia mature con OIF/NGF hanno visto, come ci spiega lo stesso Adams, che «Questa proteina non induce l’ovulazione nei bovini, ma ne modifica l’intervallo.
Le mucche trattate con OIF/NGF hanno ovulato tutte entro 4 ore l’una dall’altra, mentre le mucche non trattate erano meno sincronizzate». Come se non bastasse, continua Adams, «Il trattamento con questo fattore ha migliorato lo sviluppo del corpo luteo, una ghiandola che si forma dopo l’ovulazione e produce ormoni essenziali per il mantenimento della gravidanza, sia nel lama sia nei bovini. Cosa curiosa infine l’ovulazione è stata indotta solo in topi in età prepuberale».
GLI STUDI PRECEDENTI – Da studi precedenti svolti da altri ricercatori si sa inoltre che anche nell’uomo, che come mucca e topo non richiede l’induzione dell’ovulazione, questo fattore e i suoi recettori sono presenti nelle ovaie. Secondo l’ipotesi avanzata da Sergio Ojeda, dell’Università dell’Oregon, OIF/NGF è coinvolto localmente nella maturazione e nello sviluppo degli ovociti. Adams non è convinto che ci si fermi qui e commenta: «Questo fattore non è presente solo nelle ovaie, ma è stato identificato anche nel liquido seminale di almeno 7 specie diverse, uomo compreso». A partire da queste considerazioni Adams ha superato l’azione «locale» proposta da Ojeda e ha avanzato una nuova idea sul coinvolgimento di OIF/NGF nella fertilità. Come spiega Adams, «la differenza tra i nostri risultati e quelli di Ojeda è che mentre lui e il suo team hanno ipotizzato un’azione del fattore nelle vicinanze del sito di rilascio, quindi le ovaie, noi abbiamo scoperto che OIF/NGF funziona attraverso il flusso sanguigno». Questo fattore agirebbe quindi come un ormone a distanza che dal liquido seminale, passando attraverso le pareti vaginali, entra nel circolo sanguigno per arrivare al cervello della donna, dove stimola il rilascio di ormoni che a loro volta agiscono sulle ovaie, con importanti conseguenze negli studi sulla fertilità umana. «Ma la vera bellezza di questo studio è che nessuno stava cercando NGF» commenta infine Ojeda, quel fattore così distante e importante al quale la Montalcini dedicò tutta una vita.
(Corriere.it)