Green-Tea

Da un estratto di tè verde una potente sostanza anticancro può essere la base per nuovi farmaci in grado di sconfiggere una buona parte dei tumori della pelle.
Le speranze di battere il cancro della pelle, nelle sue diverse manifestazioni – compreso il temuto melanoma – potrebbero arrivare da una sostanza naturale estratta dal tè verde.
Perché studiare il tè verde? Perché gli scienziati, che già sapevano delle sue proprietà anticancro in genere, hanno voluto comprendere se queste proprietà si potessero applicare anche ai tumori della pelle.

Partendo dunque da questi presupposti, i ricercatori dell’Università di Strathclyde hanno condotto uno studio in laboratorio per saggiare se e come la sostanza contenuta nel tè verde, conosciuta con il nome di epigallocatechina gallato, fosse attiva sulle diverse forme di cancro della pelle.
Mettendo a punto sistema innovativo di bersagliamento del cancro, gli scienziati hanno trattato le cellule tumorali con questo estratto, scoprendo che ben il 40% del cancro trattato è scomparso dopo solo un mese di trattamento e un ulteriore 30% si è ridotto di dimensioni.

I risultati finali e globali dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nanomedicine suggerendo che una possibile cura per i tumori della pelle potrebbe essere vicina.
«Questi sono risultati molto incoraggianti e speriamo possano aprire la strada a nuovi ed efficaci trattamenti per il cancro – spiega nella nota Strathclyde la dottoressa Christine Dufes, docente senior presso l’Istituto Strathclyde di Farmacia e Scienze Biomediche, che ha guidato la ricerca – Quando abbiamo usato il nostro metodo, l’estratto di tè verde ha ridotto le dimensioni di molti dei tumori giorno per giorno e, in alcuni casi, li ha fatti sparire del tutto».

I buoni risultati sono stati possibili proprio grazie al nuovo sistema di somministrazione, studiato dagli autori dello studio, che si è rivelato più efficace di quelli finora utilizzati.
«Questa ricerca – aggiunge Dufes – potrebbe aprire le porte a nuovi trattamenti per quella che è ancora una delle principali causa di morte in molti Paesi. Con il sistema di somministrazione mirata, la sostanza è veicolata direttamente ai tumori, senza alcun effetto sul tessuto normale».
Il prossimo passo sarà uno studio clinico su pazienti umani che possa confermare i promettenti risultati ottenuti in laboratorio.

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