Tumori: Tra le prime cause raggi UV e polveri legno
Le polveri di legno e i raggi ultravioletti sono tra le principali cause di cancro sul luogo di lavoro. E’ quanto emerge da due studi svizzeri, che hanno indagato sul legame tra rischio oncologico e professione. Con un’adeguata prevenzione, avvertono gli esperti, è possibile ridurre significativamente il pericolo di ammalarsi. Le ricerche, presentate oggi a Berna, sono state condotte dall’Istituto universitario romando della Salute al lavoro (Ist), per conto del sindacato Unia e del gruppo agrotecnologico Syngenta.
Il primo studio, pubblicato sulla rivista ‘Frontiers in Oncology’, ha esaminato gli effetti delle polveri di legno prodotte dalle macchine impiegate nelle falegnamerie. Dall’indagine risulta che queste polveri costituiscono la terza causa di cancro sul posto di lavoro: solo in Svizzera circa 80 mila persone sono regolarmente esposte a questo fattore di rischio, soprattutto falegnami e carpentieri, ha spiegato Evin Danisman, responsabile del progetto. Il calore sviluppato durante la lavorazione del legno produce degli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) responsabili di tumori dei seni nasali e paranasali. Si tratta di una malattia piuttosto rara con un elevato tempo di latenza (30-40 anni), che però è 40 volte più frequente in falegnami, carpentieri ed ebanisti, rispetto ad altri professionisti.
Dallo studio emerge che la maggior parte degli operai lavorano in atmosfere che superano la soglia massima raccomandata di 2 milligrammi/metro cubo di polvere di legno, con punte massime fino a 168 mg/m3, ha precisato Danisman. La situazione può essere facilmente migliorata indossando una semplice maschera che copra naso e bocca. Una buona manutenzione dei macchinari consente inoltre di abbassare le temperature sviluppate nella lavorazione del legno e di conseguenza di ridurre le emanazioni di Ipa. Il secondo studio, pubblicato su ‘Photochemistry and Photobiology’ e sul ‘British Journal of Dermatology’, ha invece esaminato il problema del cancro della pelle dovuto alla prolungata esposizione ai raggi Uv: la Svizzera, con 15 mila casi all’anno di cui il 10% di tipo maligno, è uno dei Paesi europei con il più alto tasso di melanomi e carcinomi.
Finora, ha sottolineato il responsabile dello studio David Vernez, la prevenzione si è rivolta soprattutto ai bagnanti. Vi sono tuttavia molte professioni esposte agli stessi rischi: in particolare i lavoratori nel settore della costruzione, gli agricoltori e i viticoltori. Chi lavora all’aperto è da 3 a 5 volte più esposto al rischio di sviluppare una malattia di questo tipo.
Grazie a un manichino-robot, l’Ist ha misurato le quantità di l’esposizione ai raggi Uv delle varie attività e ha testato diversi tipi di abbigliamento protettivo.