IRCCS S. Raffaele: cellule staminali neurali a guardia del cervello

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Un’équipe di ricercatori dell’IRCCS San Raffaele coordinati da Gianvito Martino, in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Roma Tor Vergata, guidati da Diego Centonze e con quelli dell’Università di Teramo, guidati da Mauro Maccarone, ha scoperto il ruolo delle cellule staminali del cervello. Il lavoro è appena stato pubblicato online su Brain.
Le cellule staminali del cervello adulto rappresentano lo strumento principale per la manutenzione dell’efficienza del cervello. Fino ad ora si pensava che tali cellule potessero svolgere questa funzione di manutenzione solo sostituendo – una volta differenziatesi in cellule mature – quelle cellule del cervello (e. g. neuroni) che, per vari motivi, venivano danneggiate o perse. Lo studio rivela, per la prima volta, che le cellule staminali del cervello non solo contribuiscono a mantenere le funzioni cerebrali ma, localizzate in quelle aree che fungono da interfaccia tra interno ed esterno del cervello, sono in grado di riconoscere e combattere attraverso recettori specifici, posti sulla loro membrana cellulare, agenti fisici e chimici nocivi provenienti dall’esterno e potenzialmente in grado di danneggiare i neuroni.

Quindi le cellule staminali del cervello, una volta percepiti i segnali di pericolo come quelli che caratterizzano gravi malattie neurologiche (per esempio l’ictus cerebrale e l’epilessia), sono in grado di secernere in tempi brevissimi talune sostanze, cannabinoidi endogeni, che fungono da potenti agenti anti-infiammatori naturali in grado di prevenire e frenare il danno cellulare che può comportare la morte dei neuroni del cervello.
Quindi le cellule staminali del cervello, oltre alla funzione rigenerativa hanno una importante funzione protettiva: sono veri e propri guardiani dell’incolumità ‘cerebrale’ poiché esse formano una vera e propria barriera, impenetrabile e impermeabile agli agenti nocivi esterni, che utilizza modalità operative sofisticate per evitare che le cellule del cervello si danneggino. Il risultato di tutto questo è un cervello più sano, meno vulnerabile e quindi più efficiente.
Afferma Gianvito Martino, responsabile della Divisione di Neuroscienze dell’IRCCS San Raffaele: “Questo studio svela una nuova e sorprendente funzione delle cellule staminali del cervello adulto e che prima non si pensava potessero svolgere; una funzione, direi, preventiva. Queste cellule si sono, infatti, dimostrate in grado di riuscire a capire in anticipo quali tra le sostanze che giungono al cervello sono potenzialmente dannose ed, una volta riconosciute, di poterle rendere inoffensive. Il fatto che le cellule staminali del cervello che svolgono questa funzione – cioè quelle che si trovano nelle zone in cui il cervello è esposto all’ambiente esterno – siano presenti in vari mammiferi, uomo compreso, ci fa pensare che il meccanismo descritto sia evolutivamente conservato e quindi rivesta una particolare importanza tra i meccanismi naturali che il cervello usa per difendersi. Infine, la possibilità che le cellule staminali del cervello siano capaci non solo di riparare un danno cerebrale ma anche, e forse soprattutto, di prevenirlo ci fa pensare che in futuro le terapie a base di cellule staminali non solo saranno sempre più efficienti ma possibilmente potranno anche essere utilizzate in diverse fasi di malattia, comprese le fasi iniziali in cui il danno d’organo è ancora limitato e la necessità di prevenirne la diffusione è massima.”

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