L’uso degli equivalenti è un fattore di risparmio e di sviluppo

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 Nell’ambito del tavolo sulla farmaceutica, AssoGenerici ribadisce il giudizio positivo sulle norme relative alla prescrizione contenute nella spending review. “I risparmi generati dagli equivalenti da sempre liberano risorse preziose per promuovere la ricerca e l’innovazione, che sono la chiave dello sviluppo del comparto”, ha detto il vicepresidente Enrique Heusermann

Roma, 12 settembre 2012 – Si è svolta oggi la prima riunione del tavolo sulla farmaceutica organizzato presso il Ministero dello Sviluppo economico. In questa sede, il vicepresidente di AssoGenerici, Enrique Heusermann ha ribadito l’apprezzamento per questa consultazione, che l’Associazione dei produttori di farmaci equivalenti ha da sempre caldeggiato.

Nel merito “Assogenerici ribadisce il suo giudizio positivo sulle norme relative alla prescrizione per principio attivo contenute nella spending review”, ha detto Heusermann. “Del resto si tratta di favorire un processo culturale dal quale l’Italia è rimasta finora esclusa. Peraltro”, ha aggiunto, “un adeguato ricorso ai farmaci equivalenti non soltanto costituisce una misura di risparmio per il cittadino e lo Stato, ma è anche un motore dello sviluppo del comparto nel suo insieme. Non è un caso se il livello degli investimenti in ricerca va di pari passo con la quota di mercato degli equivalenti:  questo vale per la Germania, ma soprattutto per gli Stati Uniti, il paese dove sia l’impiego dei generici sia gli investimenti in ricerca sono i più elevati al mondo”.

AssoGenerici, però, ha sottolineato come questa misura volta a sviluppare il mercato del generico venga contraddetta da altre disposizioni. La prima è quella che riguarda il coinvolgimento delle aziende del generico nel meccanismo del payback, vale a dire la restituzione alle casse dello Stato dell’eventuale sforamento del tetto di spesa fissato per la farmaceutica. Non solo è irrazionale obbligare a questa restituzione chi già contribuisce a generare risparmi, ma è iniquo farlo senza fissare preventivamente, come avveniva in Inghilterra, un tetto massimo di profitto per ciascuna singola azienda sulla base di parametri concordati.

“Chiediamo che questa norma venga eliminata o quanto meno profondamente riconsiderata, altrimenti si rischia di affossare il settore che invece si ritiene di dover incoraggiare per ridurre la spesa sanitaria”, ha spiegato Heusermann. L’altro aspetto cruciale è quello del rilascio dell’Autorizzazione all’immissione in commercio dei generici, che una norma del cosiddetto decreto Balduzzi tornerebbe a legare alla scadenza del brevetto del farmaco originatore. In realtà, l’AIFA, nel rilasciare l’autorizzazione, deve soltanto valutare qualità, sicurezza ed efficacia, non la vigenza del brevetto dell’originatore. “Se così non è”, ha spiegato il vicepresidente di AssoGenerici, “si ritarda di mesi l’ingresso nel mercato del generico, con gravi danni per chi lo produce, certamente, ma anche per le Regioni che continuano inutilmente a pagare di più. Avviare le procedure di registrazione in anticipo significa poter essere pronti al momento in cui il brevetto scade. Giova ricordare, visto che sembra sia stato dimenticato, che la normativa comunitaria vieta espressamente di collegare le procedure di registrazione alla scadenza del brevetto”. Anche in questo caso, AssoGenerici chiede che la norma in questione venga ritirata.

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