Convegno sul laser per interventi sulla prostata: Greenlight, la spending review è dalla parte del paziente
GREENLIGHT: IN SALA OPERATORIA LA SPENDING REVIEW E’ DALLA PARTE DEL PAZIENTE
La chiamano spending review, significa contenere la spesa e riguarda anche un settore tanto importante per il benessere degli italiani come quello della Sanità con meno posti letto negli ospedali. Ma qualche cosa si può fare, a cominciare dall’impiego di innovative tecniche di chirurgia mininvasiva che si effettuano in day hospital in grado di offrire numerosi vantaggi per il paziente e di risparmiare tempo e denaro pubblico. Tra queste spicca Greenlight, giunta dagli States e già in uso anche nel nostro Paese, che si avvale di un nuovo laser “a raggio verde” per risolvere definitivamente in un giorno e in anestesia locale l’ipertrofia prostatica benigna (IPB ) che colpisce circa l’ 80 % degli italiani over 50. Rispetto agli interventi tradizionali Greenlight vaporizza millimetricamente l’eccesso di tessuto prostatico salvaguardando la potenza sessuale, la fertilità, la continenza urinaria e affrontando con efficacia l’ emergenza prostata in Italia dove l’IPB e’ in continuo aumento. Inoltre la tecnica laser Greenlight XPS, consente di operare anche pazienti ad alto rischio come quelli affetti da malattie cardiovascolari e della coagulazione che non possono sospendere i farmaci anticoagulanti. I suoi vantaggi dal punto di vista della spending review sono dimostrati dai numeri. Ogni anno in Italia vengono effettuati oltre 40mila interventi, 15mila dei quali con tecniche invasive con un ricovero di 3-5 giorni, con un’occupazione di letti di 52mila giorni. Con Greelight effettuata in one day hospital con sosta solo notturna, l'”occupazione” cala a 13mila, con un risparmio di 39mila giornate-letto.Riduzione dei tempi in lista d’attesa, che secondo dati del 2011 di Cittadinanzaattiva sono di oltre 8 mesi, riduzione dei tempi di convalescenza e minore stress per il paziente. La nuova tecnica laser impiegata con successo su più di 500mila pazienti nel mondo di cui alcune migliaia in Italia è disponibile, a totale carico del SSN, in vari ospedali della Penisola.
Una concreta risposta alla spending review, che tra i suoi effetti principali ha quello di ridurre drasticamente i posti letto negli ospedali italiani arriva dalle innovative tecniche di chirurgia mininvasiva che si effettuano in day hospital in grado di offrire numerosi vantaggi per il paziente e di risparmiare tempo e denaro pubblico. Tra queste Greenlight, giunta dagli States e già in uso anche nel nostro Paese, che si avvale di un nuovo laser “a raggio verde” per risolvere definitivamente in un giorno e in anestesia locale (spinale) l’ipertrofia prostatica benigna – l’ingrossamento della prostata – (IPB ) , un disturbo che colpisce circa l’ 80 % degli italiani over 50.
UNA NUVOLA DI VAPORE “La metodica”,spiega il professor Andrea Tubaro, Professore Associato di Urologia all’ Università La Sapienza di Roma e Direttore dll’ Unità Operativa di Urologia all’ Ospedale Sant’ Andrea, Roma, “sfrutta l’azione di un potente laser al triborato di litio (un cristallo in grado di emettere una luce con una particolare lunghezza d’onda altamente assorbita dai tessuti), che vaporizza selettivamente milimmetro per millimetro solo l’eccesso di tessuto prostatico, trasformandolo in tante bollicine di vapore. Rispetto agli interventi del passato, salvaguardia la potenza sessuale, la fertilità, la continenza urinaria e affronta con efficacia l’ emergenza prostata in Italia dove l’IPB e’ in continuo aumento a causa del progressivo invecchiamento della popolazione maschile”.
E’ L’UNICA TECNICA LASER CHE AMMETTE ANTICOAGULANTI E PACEMAKER “Greenlight laser ” aggiunge il professor Bruno Frea, Professore Ordinario di Urologia Università di Udine e Direttore dell’ Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine, “grazie alle sue caratteristiche induce una coagulazione immediata dell’area trattata che consente di intervenire in tutta sicurezza anche su pazienti ad alto rischio come quelli affetti da malattie cardiovascolari e della coagulazione in cura con farmaci anticoagulanti, che ora possono essere operati senza più sospendere la terapia come si impone sempre per un intervento chirurgico . Non solo, Greenlight è indicato anche per pazienti con pacemaker, in quanto non richiede impiego di energia elettrica”.
LA PAROLA AI NUMERI “I suoi vantaggi dal punto di vista della spending review”,dice il professor Giovanni Ferrari , Professore a contratto di Urologia, Università di Modena e Primario di Urologia e Andrologia , Hesperia Hospital Modena “sono dimostrati dai numeri. Ogni anno in Italia vengono effettuati oltre 40mila interventi, 15mila dei quali con tecniche invasive con un ricovero di 3-5 giorni, con un’occupazione di letti di 52mila giorni. Con Greenlight effettuata in one day surgery con sosta solo notturna, l'”occupazione” cala a 13mila , con un risparmio di 39mila giornate-letto. Riduzione dei tempi in lista di attesa, che secondo recenti dati di Cittadinanzattiva ( rapporto Pit Salute 2011) sono di oltre 8 mesi, riduzione dei tempi di convalescenza e minore stress per il paziente” . La nuova tecnica laser impiegata con successo su più di 500mila pazienti nel mondo di cui alcune migliaia in Italia è disponibile, a totale carico del SSN, in vari ospedali della Penisola.
IN UN GIORNO LA VITA MIGLIORA “L’ipertrofia prostatica benigna – l’ingrossamento della prostata – dice il professor Frea, “è la malattia più diffusa negli uomini incrementata sempre di piu dall’invecchiamento tanto che in Italia si pone ai primi posti per diagnosi effettuate ogni anno, seconda all’ipertensione arteriosa. L’IPB incide pesantemente sulla qualità di vita con sintomi che comprendono disturbi alle vie urinarie (dalla difficoltà a urinare , urgenza e frequenza anche notturna e nei casi più seri alla completa ritenzione urinaria che richiede il ricorso al catetere per lo svuotamento della vescica),disfunzioni sessuali, impotenza e problemi di eiaculazione”. “Greenlight “spiega il professor Giovanni Ferrari, “si effettua per via endoscopica in one day surgery con anestesia spinale o locoregionale a volte associata a una leggera sedazione: la fibra laser, introdotta dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio, vaporizza millimetro per millimetro con estrema precisione l’area interessata senza alcun sanguinamento. La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo una notte di ricovero e riprende le normali attività nel giro di una settimana” .
GREEELIGHT vs TURP: IL CONFRONTO E’ VINCENTE “Rispetto alla TURP (Trans Urethral Resection of Prostate)”, resezione endoscopica transuretrale della prostata” precisa il professor Tubaro, “l’intervento chirurgico più impiegato negli ultimi 50 anni, recenti studi internazionali e multicentrici dimostrano che la nuova tecnica ottiene gli stessi risultati della resezione transuretrale ma con modestissimi rischi e complicanze intra e post operatorie , immediata e duratura risoluzioni dei sintomi e breve ricorso al catetere – solo qualche ora – che si applica sempre dopo gli interventi chirurgici alle vie urinarie per facilitare lo svuotamento della vescica”. “Nella TURP” , evidenzia il professor Frea, “la prostata malata viene asportata frammentandola, attraverso uno speciale strumento endoscopico – resettore – inserito nell’ uretra. Sono presenti però disturbi post operatori come problemi erettivi nel 2-3% dei casi , eiaculazione retrograda (emissione di sperma “al contrario”, e cioè verso la vescica anziché all’esterno) nel 70-80%, infezione urinaria nel 5-10%, significativo sanguinamento nel 13% , trasfusione nel 2-5%, incontinenza urinaria 1-5%. Con Greenlight si sono riscontrate complicanze solo nel 12% dei pazienti: disturbi minzionali di tipo irritativo di durata limitata nel 10% , ematuria tardiva nel 3%, stenosi del collo vescicale nel 1,5 % , eiaculazione retrograda solo nel 26% dei casi. A due anni dall’intervento il 95% dei pazienti si dichiara molto soddisfatto con la completa risoluzione dei sintomi, ripresa immediata della minzione e netto miglioramento delle disfunzioni sessuali”.
IL SESSO E’ SALVO …E ANCHE LA COPPIA “Greenlight laser”, evidenzia il professor Ferrari, “tutela la potenza sessuale: nessun paziente ha sviluppato impotenza – il laser non causa infatti danni ai nervi deputati all’ erezione posti a ridosso della prostata , preserva la fertilità riducendo l’ eiaculazione retrograda , non causa incontinenza urinaria e soprattutto evita recidive con la necessità di un secondo intervento a conferma che la metodica offre una reale e definitiva soluzione per l’IPB”. “Il ricorso al laser nella chirurgia della prostata ingrossata,” prosegue il professor Tubaro, “è già un’arma ben consolidata e in continua evoluzione tecnica . Greenlight XPS laser semplifica l’intervento: rimuove il tessuto vaporizzandolo ed evita il ricorso – come invece avviene nella resezione con i laser ad olmio e al tullio – alla frantumazione – con un morcellatore (un vero e proprio frullatore endoscopico) delle aree trattate per poterle estrarre dal canale uretrale con possibili rischi correlati, come ad esempio lesioni alla vescica”.
IN ITALIA COME NEGLI USA “In USA e in Inghilterra”, conclude il professor Tubaro, “Greenlight, grazie all’ assenza di sanguinamento e alla rimozione del catetere dopo poche ore dall’intervento, si esegue in regime di day surgery e cioè ambulatorialmente e il paziente può essere dimesso nello stesso giorno. In Italia l’obiettivo è di effettuare con Greeenlight il 60- 70% della chirurgia per l’IPB con intervento e dimissioni in giornata”. Nel nostro Paese i centri che utilizzano questa tenica laser sono al momento 15 con una casistica di oltre 1.000 interventi.
ELENCO DEI CENTRI UROLOGICI CHE UTILIZZANO GREENLIGHT LASER
ROMA – Ospedale Sant’Andrea di Roma, professor Miano e professor Tubaro tel. 06 33771
ROMA – CDC Sanatrix, professor Tubaro tel. 06 86321981
MILANO – Istituto Clinico Città Studi ,dottor Raber tel. 02 23931
LEGNANO (MI) – Ospedale Civile di Legnano, professor Bacchioni tel. 0331 449111
TORINO – Piccola Casa della Divina Provvidenza – Cottolengo, dottor Scoffone tel. 011 5225111
MODENA – CDC Hesperia Hospital professor Ferrari, tel. 051 951711
LUCCA – Ospedale di Lucca , dottor Pinzi tel. 058 39701
BARI – Policlinico di Bari, professor Pagliarulo e dottor De Rienzo tel. 080 5591111
UDINE- Azienda Ospedaliero Universitaria, professor Frea, dottor Crivellaro e dottor Guaitoli
Tel. 0432 5521
GEMONA (UD)- Ospedale di Gemona, dottor De Antoni tel. 0432 980816
PORDENONE- Ospedale Santa Maria Degli Angeli , professor Garbeglio, dott. Maruzzi e dott. Ruggera tel 0434 399111
CUNEO- Ospedale Santa Croce e Carle , dottor Arena e dottor Dadone tel.0171 64111
PALERMO – CDC Genesis di Palermo, professor Melloni tel. 091 6837111
CAGLIARI – Ospedale Brotzu , dottor Frongia tel. 070 5391
DA APPUNTI DEI RELATORI
PROFESSOR ANDREA TUBARO ,Professore Associato di Urologia, Università La Sapienza, Roma , Direttore Unità Operativa Urologia, Ospedale Sant’ Andrea – Roma
PROFESSOR GIOVANNI FERRARI, Professore a contratto di Urologia, Università di Modena e Primario di Urologia e Andrologia , Hesperia Hospital – Modena
PROFESSOR BRUNO FREA , Professore Ordinario di Urologia Università di Udine e Direttore dell’ Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine
L’ingrossamento della prostata – ipertrofia prostatica benigna ( IPB ) riguarda circa il 75 – 80 % degli uomini italiani over 50, con una percentuale che cresce con l’aumentare dell’età. L’IPB è seconda per diagnosi effettuate ogni anno negli uomini italiani, superata solo dall’ipertensione arteriosa. Un problema socio –sanitario di vastissime dimensioni che oltre agli elevati costi, sostenuti dal SSN ( 40 mila interventi chirurgici l’anno) incide pesantemente sulla qualità di vita di chi ne è affetto. I sintomi associati comprendono disturbi alle vie urinarie, disfunzioni sessuali con impotenza e problemi di eiaculazione”.
L’IPB è una patologia che colpisce la prostata, che ha la funzione di produrre un componente del liquido seminale. Non si sa quali siano le cause esatte di questa malattia correlata all’età anche se è certa l’influenza delle variazioni dell’assetto ormonale – in particolare degli estrogeni – legate all’andropausa. L’ ingrossamento della prostata provoca una compressione dell’uretra, il cui calibro si riduce, provocando difficoltà a urinare, si ha la sensazione che non tutta l’urina sia stata espulsa e si può anche arrivare a un blocco completo della funzione, con l’obbligo di utilizzare un catetere per svuotare la vescica.
Per affrontare e risolvere questa emergenza al maschile è giunta recentemente anche in Italia dove è già in uso in vari ospedali Greeenlight un’innovativa tecnica laser made in USA , che trasforma il tessuto malato in tante bollicine di vapore e risolve definitivamente in un giorno l’ipertrofia prostatica benigna salvaguardando, rispetto agli interventi tradizionali, la potenza sessuale, la fertilità e la continenza urinaria L’innovativa metodica sfrutta l’azione di un potente laser – Greenlight XPS – in grado di vaporizzare strati di tessuto prostatico di un millimetro di spessore, eliminando così l’ eccesso della ghiandola sviluppato intorno all’uretra (il condotto circondato nel suo tratto iniziale dalla prostata , che convoglia l’urina dalla vescica all’esterno compresso e il cui calibro è ridotto) impiegata con successo su più di 100 mila pazienti nel mondo, di cui un migliaio 1.000 in Italia è già disponibile in 14 centri ospedalieri italiani a totale carico del SSN. Si effettua per via endoscopica in day hospital con anestesia spinale a volte associata a una leggera sedazione: la fibra laser, introdotta dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio, vaporizza millimetro per millimetro con estrema precisione l’area interessata senza alcun sanguinamento. Grazie ad fibra un’ottica, il chirurgo è in grado di osservare l’interno dell’uretra e di guidare l’intervento senza margine di errore. La durata dell’intervento è di 30-60 minuti e dipende dalle dimensioni del tessuto da vaporizzare.La maggior parte dei pazienti torna a casa il giorno dopo e riprende le normali attività nel giro di pochi giorni.
VANTAGGI DELLA TECNICA Estrema soddisfazione del paziente con la completa e rapida risoluzione dei sintomi , ripresa immediata della minzione, miglioramento delle disfunzioni sessuali quando l’unica causa erano gli stessi disturbi minzionali legati all’IPB sintomatologia irritativa post operatoria breve e di modesta entità, E ancora: tempo di cateterismo post operatorio più breve degli interventi tradizionali, talora ridotto a poche ore, dimissioni possibili lo stesso giorno dell’intervento e ritorno alle normali occupazioni entro pochi giorni. A 2 anni dall’intervento il 95% dei pazienti continua a dichiararsi molto soddisfatto. Anche in pazienti con ritenzione cronica completa di urina di qualsiasi età, anche avanzata, il laser consente la ripresa della minzione spontanea già nel giro di 24 – 48 ore nell’85% dei casi. Nessun paziente, sessualmente attivo, prima del trattamento, ha sviluppato impotenza ,spesso riscontrata a seguito dei tradizionali interventi endoscopici e chirurgici. A differenza di tutte le altre terapie che funzionano riscaldando i tessuti e non vaporizzandoli , non vi è infatti il rischio di arrecare danni ai nervi che presiedono alla funzione dell’erezione e che decorrono a ridosso della prostata, Nessun paziente ha dovuto sottoporsi ad un secondo intervento, a conferma che la tecnica a raggi verdi offre una reale e definitiva soluzione per l’IPB.La metodica consente inoltre di poter effettuare l’intervento senza complicanze nei cardiopatici in terapia con anticoagulanti orali che non sono più costretti a sospendere la terapia come si impone sempre per un intervento chirurgico tradizionale , su pazienti con disordini emocoagulativi e su coloro con un elevato rischio anestesiologico
SONO AMMESSI ANTICOAGULANTI
La popolazione che assume anticoagulanti e/o antiaggreganti in monoterapia o in associazione è in continuo aumento, in linea con la sempre maggiore diffusione di tecniche mininvasive per il trattamento della cardiopatia ischemica (stent endocoronarici), così come per l’uso profilattico o di prevenzione secondaria di acetilsalicilato (cardioaspirina) in pazienti a rischio di eventi cardio- e cerebrovascolari maggiori.A questi pazienti bisogna aggiungere anche quelli a rischio per tachiaritmie sopraventricolari, come prevenzione di formazione di trombi e conseguente embolia (fibrillazione e flutter atriale parossistici, ecc.)Da un punto di vista cardiologico emerge con sempre maggiore insistenza l’importanza di evitare la sospensione dei suddetti farmaci nel perioperatorio, al fine di evitare episodi cardio- e cerebrovascolari. In quest’ottica per esempio l’anestesia periferica peridurale viene eseguita senza sospendere l’assunzione di cardioaspirina, sfruttando la notevole miniaturizzazione degli aghi da spinale. Questo aspetto assume un’importanza ancora maggiore se si considera che si trattano pazienti affetti da patologia benigna come l’IPB.Una procedura chirurgica per IPB che permetta di non sospendere il trattamento anticoagulante potrebbe essere di enorme vantaggio per il paziente, e la sua diffusione potrebbe essere critica negli anni a venire in considerazione dell’aumento della popolazione in trattamento con anticoagulanti.
GREENLIGHT LASER E GLI ALTRI TRATTAMENTI Rispetto alla TURP (Trans Urethral Resection of Prostate) resezione endoscopica transuretrale della prostata , l’intervento chirurgico più impiegato negli ultimi 50 anni recenti studi internazionali e multicentrici dimostrano l’efficacia della metodica che consente di ottenere gli stessi risultati clinici della resezione transuretrale della prostata ma con minori rischi e complicanze intra e post operatorie con tempi operatori sovrapponibili”. Nella TURP la prostata malata viene asportata con un bisturi elettrico, frammento dopo frammento, attraverso un resettore ,uno speciale strumento endoscopico (di dimensioni maggiori rispetto al cistoscopio) inserito nell’ uretra. Sono presenti però disturbi post operatori come problemi erettivi nel 2-3% dei casi , eiaculazione retrograda (emissione di sperma “al contrario”, e cioè verso la vescica anziché all’esterno) nel 70-80%, infezione urinaria nel 5-10%, significativo sanguinamento nel 13% , trasfusione nel 2-5%, incontinenza urinaria 1-5%. Con Greenlight si sono riscontrate complicanze solo nel 12% dei pazienti: disturbi minzionali di tipo irritativo di durata limitata nel 10% , ematuria tardiva nel 3%, stenosi del collo vescicale nel 1,5 % , eiaculazione retrograda solo nel 26% dei casi. A due anni dall’intervento il 95% dei pazienti si dichiara molto soddisfatto con la completa risoluzione dei sintomi, ripresa immediata della minzione e netto miglioramento delle disfunzioni sessuali
GREENLIGHT LASER E LE ALTRE TECNICHE LASER Il ricorso al laser utilizzando fonti diverse, con diverse lunghezze d’onda e con diverse modalità di interazione con i tessuti, è già un’arma ben consolidata nella chirurgia della prostata ingrossata ma è anche un campo in perenne evoluzione, destinato a continue migliorie tecniche . Infatti la nuova tecnica usa un laser – – laser tribulato di litio ad alta energia (180W) con una lunghezza d’onda di 532 nm, che viene assorbita soprattutto da tessuti molto vascolarizzati e quindi ricchi di ossi-emoglobina come la prostata. Gli unici tipi di laser che si sono dimostrati efficaci sono quello a Olmio e al Tullio che consentono l’ escissione per via endoscopica dell’adenoma prostatico. Entrambi però richiedono una maggiore durata dell’intervento rispetto ad altre tecniche come la TURP , lunghi tempi di apprendimento della metodica necessari ai chirurghi, la non sempre perfetta capacità emostatica e soprattutto la difficoltà di estrarre attraverso il canale uretrale i grossi frammenti staccati dalla prostata e refluiti in vescica, che vanno sminuzzati con strumenti, che mettono a rischio l’integrità della parete vescicale e relative complicanze importanti. Questa manovra non si effettua invece con Greenlight, poiché vaporizza la prostata malata strato dopo strato.
L’ipertrofia prostatica qualche richiamo agli aspetti essenziali
La prostata è una ghiandola che si trova sotto la vescica ed è attraversata dal primo tratto del canale uretrale. Permette il passaggio verso l’esterno dell’urina al momento della minzione e dello sperma con l’eiaculazione. Essa è deputata infatti alla formazione della maggior parte del liquido seminale, che viene riversato nel tratto di uretra compreso all’interno della prostata nella fase dell’eccitazione sessuale precedente l’eiaculazione. La ghiandola prostatica può andare incontro, col passare degli anni, a diverse malattie, la più diffusa è il suo ingrossamento – l’ ipertrofia prostatica benigna (IPB) – nell’area adiacente al canale uretrale e al collo vescicale, comprimendo il canale uretrale e provocando disturbi urinari e sessuali . l’IPB si verifica generalmente dopo i 50 –60 anni in circa il 75% degli uomini per arrivare a oltre l’80 % dopo gli 80. Con l’avanzare degli anni, infatti la parte centrale della prostata tende a ingrossarsi fino a superare anche di 2-3 volte le misure normali. Le cause non sono ancora ben chiare, anche se è certa l’influenza delle variazioni dell’assetto ormonale – in particolare degli estrogeni – legate all’andropausa La crescita della ghiandola prostatica tende a restringere sempre di più l’uretra prostatica, la parte dell’organo che inizia con l’orifizio uretrale interno della vescica e termina all’apice del pene in corrispondenza dell’orifizio uretrale esterno. Questo fa sì che il primo sintomo è la difficoltà ad urinare. La vescica è costretta a lavorare di più per tentare di espellere l’urina e, con il tempo, si indebolisce, perde efficienza ed è soggetta a diverticoli (ernie vescicali). La difficoltà nell’espellere i liquidi, inoltre, può far si che parte delle sostanze di scarto restino nella vescica, dando luogo a possibili infezioni e calcolosi.Il principale sintomo dell’ipertrofia prostatica è la diminuzione del calibro e del getto urinario, spesso associato anche a difficoltà nell’iniziare la minzione. Altri sintomi possono essere: bisogno di urinare più spesso del normale; nicturia (bisogno di urinare di notte); urgenza minzionale (bisogno urgente di urinare, a volte con fughe involontaria di urina ); minzione “intermittente” (a più tempi); sensazione di non aver svuotato del tutto la vescica; difficoltà a iniziare la minzione (nonostante la presenza di un forte stimolo); gocciolamento post-minzionale Nei casi più gravi può insorgere anche la completa incapacità ad urinare (ritenzione urinaria), che richiede il riscorso al catetere per lo svuotamento.
La diagnosi Il primo esame diagnostico per verificare la presenza di ipertrofia prostatica è, ancora oggi, l’esplorazione rettale: un’indagine semplice e molto attendibile. L’IPB viene confermata dalla presenza di una prostata indurita, dolorante e, in caso di ostruzione prolungata, di dilatazione degli ureteri e delle cavità renali legate al ritorno dell’urina dalla vescica verso il rene o dall’incapacità di far defluire normalmente le urine verso la vescica. I sintomi dell’ipertrofia possono essere molto simili a quelli del carcinoma prostatico: ciò rende il ruolo del medico di fondamentale importanza per un’accurata diagnosi differenziale, Altri esami diagnostici sono: il PSA (antigene prostatico specifico) un esame del sangue che misura le concentrazioni dell’antigene della prostata (aumentato nel caso di ipertrofia); l’esame delle urine (per accertare la presenza di globuli bianchi, che indicano la presenza di un’infezione, o di sangue); l’ecografia vescicale da effettuarsi con vescica piena, poiché è solo in questo stato che è possibile studiare bene entrambi gli organi.
La terapia con i farmaci e la chirurgia In caso di ipertrofia lieve (o di primo grado) si ricorre, al solo trattamento farmacologico con gli antiprostatici e gli alfa-litici. Il primo gruppo di farmaci (in particolare la finasteride) agisce arrestando la trasformazione del testosterone nella sua forma attiva, che stimola la crescita della prostata. Invece gli alfa-litici (come la terazosina e la tamsulosina) sono in grado di rilassare i muscoli del collo vescicale, dell’uretra prostatica e della stessa prostata, facilitando, così, il passaggio dell’urina nell’uretra. In presenza di ipertrofia moderata o grave si ricorre al trattamento chirurgico , che può avvalersi di due metodi: l’endoscopico e la chirurgia a cielo aperto – adenomectomia retropubica – tecnica invasiva che richiede anestesia generale , un’incisione nel basso ventre e 6 – 8 giorni di degenza notevole periodo di convalescenza – riservata, ormai, a casi limitati con prostate molto voluminose e in presenza di affezioni vescicali concomitanti .L’operazione in endoscopia è attualmente l’intervento più diffuso: oltre il 90% dei pazienti viene sottoposto a resezione endoscopica della prostata o TURP (Trans Urethral Resection of Prostate). La prostata malata viene asportata con un bisturi elettrico, frammento dopo frammento, attraverso uno speciale strumento endoscopico – un resettore – inserito nell’ uretra .In questo modo si ottiene l’allargamento e la disostruzione del canale uretrale. La ferita interna guarisce, in genere, dopo 2-3 giorni di catetere, utilizzato per far defluire l’urina Altri interventi di endoscopia sono la TUIP procedura invasiva che prevede l’incisione della prostata, mediante tagli profondi che permettono di allargare la parte centrale e ostruttiva della prostata; e la HOLEP (Holmium Laser Prostatic Enucleation) una tecnica endoscopica dove la prostata ipertrofica viene scollata dal laser ad Holmio . Negli ultimi anni sono state messe a punto nuove tecniche “a bassa invasività” che utilizzano diverse fonti d’ energia come l’ ipertermia, gli ultrasuoni, ect., per ridurre o distruggere il tessuto prostatico ipertrofico. Nonostante alcune di queste tecniche siano promettenti, non è certa efficacia a lungo termine.
IMPATTO SULLA QUALITA’ DELLA VITA DEI DISTURBI URINARI DA IPB I disturbi urinari secondari a patologia prostatica sono risultati addirittura più invalidanti della broncopatia cronica ostruttiva, giustamente ritenuta una patologia grave dalla comunità scientifica, in quanto il fastidio provocato dai sintomi urinari che determinano una limitazione progressiva delle attività quotidiane, della vita sociale e di relazione viene percepito come una condizione in grado di compromettere seriamente il proprio benessere. Si può finire per modificare il proprio stile di vita e le attività fisiche per scansare disagi e imbarazzo. Infatti l’impatto dei disturbi minzionali sulla vita personale e di relazione può divenire importante quando vengono compromessi, talora seriamente, il sonno, il lavoro, il tempo libero e la vita sessuale. In una recente rassegna sono stati accorpati i risultati di tre studi europei sull’impatto dei disturbi della basse vie urinarie sulla qualità della vita: la frequenza dei sintomi è risultata più alta in Italia che nel resto dell’Europa, e i sintomi irritativi (urgenza, risvegli notturni, eventuale incontinenza) sono risultati i più fastidiosi in quanto complicano in maniera notevole la vita quotidiana e causano imbarazzo. Sono questi i disturbi che maggiormente spingono il malato a chiedere l’aiuto dello specialista.
SESSUALITÀ. UN ASPETTO IMPORTANTE DA NON TRASCURARE. Finora scarsa attenzione è stata rivolta ai rapporti esistenti tra disturbi legati all’ipertrofia prostatica benigna come quelli urinari e le disfunzioni della sessualità maschile, nonostante entrambe queste condizioni siano molto frequenti a partire dai fatidici 50 anni. Recentemente un’indagine-studio svolta negli Stati Uniti e in altri 6 Paesi europei fra cui l’Italia ha colmato questa lacuna: l’83% dei circa 13 mila uomini di età compresa fra i 50 e gli 80 anni ha risposto che è sessualmente attivo seppure con percentuali e frequenze mensili declinanti in funzione dell’età. In questo range di età il 50% degli uomini ha riferito problemi di erezione, il 47% ridotta o assente eiaculazione e il 7% dolore o fastidio durante l’eiaculazione. Tali disfunzioni sessuali sono state vissute come un vero e proprio problema in percentuale variabile dal 59 % all’89% degli uomini intervistati. Lo studio ha dimostrato che i disturbi della minzione influenzano negativamente e in modo progressivo la funzione sessuale in rapporto alla loro gravità, riducendo sia la frequenza dei rapporti (fino al 56%), che l’erezione, il volume e la forza dell’eiaculato, fino a raggiungere un’incidenza doppia rispetto a quella della popolazione della stessa età ma senza disturbi minzionali.
Eiaculazione e Fertilità
Eiaculazione L’intervento chirurgico con Greenlight modifica il meccanismo della eiaculazione, determinando la cosiddetta eiaculazione retrograda. Lo sperma anziché essere espulso all’esterno, refluisce in vescica ed in seguito viene eliminato con le urine. Questa forma di eiaculazione è conseguenza diretta e inevitabile dell’asportazione chirurgica (insieme all’adenoma prostatico) delle fibre muscolari che chiudono il collo vescicale e dello sfintere genitale che si trova intorno all’uretra prostatica. Fertilità il paziente operato di resezione transuretrale della prostata è potenzialmente fertile in quanto non è azoospermico, l’eiaculazione retrograda, spesso conseguenza della chirurgia tradizionale , richiede il recupero degli spermatozoi dalle urine. salvaguarda maggiormente la fertilità perché l’eiaculazione retrograda si verifica in un numero molto limitato di pazienti .E’ importante esserne pienamente consapevoli e, in caso di dubbi, parlarne con chiarezza all’urologo.
CARATTERISTICHE DI UNICITÀ DEL SISTEMA GREENLIGHT XPS
Il sistema GreenLight XPS è un laser al Litio Triborato (LBO) per il trattamento endoscopico
dell’ipertrofia prostatica benigna (IPB). Il sistema laser con una potenza regolabile fino a 180 W si
compone di una console, in grado di produrre un raggio laser verde (lunghezza d’onda 532nm) cheviene indirizzato sul sito da trattare mediante una fibra ottica monouso raffreddata a liquido.
Questo laser esegue una vaporizzazione del tessuto prostatico in eccesso in modo veloce ed efficacesenza richiedere ulteriori procedimenti per l’asportazione dello stesso (ex. morcellazione).
Il sistema è dotato della tecnologia brevettata di sicurezza FiberLife che rileva automaticamente le
condizioni di potenziale surriscaldamento della punta della fibra e interrompe brevemente il raggio
laser.Le fibre utilizzate dal sistema sono raffreddate a liquido grazie alla tecnologia brevettata ActiveCooling Cap. La tecnologia Active Cooling Cap si avvale di un flusso di soluzione fisiologica per mantenere la punta della fibra raffreddata, in modo da ridurre la devetrificazione del raggio e la
degradazione della potenza ed aumentare la durata della fibra.
Il sistema GreenLight XPS si avvale anche della tecnologia TruCoag per cauterizzare vasi lesionati
e ridurre il sanguinamento in modo più rapido attraverso una luce pulsata.
Le caratteristiche del sistema e la procedura (sopra descritti), rendono questo prodotto unico nel suo genere.
I vantaggi che questo sistema offre sono:
_ trattamento dell’IPB con maggiore sicurezza grazie all’utilizzo della soluzione fisiologia
rispetto alla clinica;
_ decisa diminuzione dei giorni di ricovero ospedaliero del paziente grazie alla grande
capacità coagulativa di GREENLIGHT XPS che consente la de- cateterizzazione e la
dimissione dello stesso in seconda giornata ;
_ possibilità di trattamento della patologia in regime di One Day Surgery con conseguente
abbattimento delle liste d’attesa operatorie;
_ eliminazione dei problemi di sanguinamento post- operatorio che possono necessitare riesplorazioni o ri- operazioni del paziente;
_ possibilità di trattamento di pazienti in terapia anticoagulante senza sospensione della
stessa;
_ abbattimento delle problematiche dovute a trasfusioni o a permanenza dei pazienti in
Terapia Intensiva;
_ possibilità di trattamento di pazienti con pacemaker poiché non viene utilizzata energia
elettrica;
_ recupero funzionale del paziente più breve;
_ dimostrate diminuzioni di queste complicanze: ri- operazioni, disuria, danni da
morcellazione di tessuti, infezioni post- operatorie del tratto urinario, perforazioni
capsulari
Gent.mi ,mi sono profondamente documentato sulla GREENLIGHT tecnologia della quale ho bisogno in quanto sofferente di ipertrofia prostatica (eta’ 67 ) il cui sintomo piu’ fastidioso e’ la nocturia.
Da quanto appreso non mi e’ molto chiaro se tale tecnologia determina o meno ( in che % ) l’eiaculazione retrograda o se esistono fattori che aumentano tale probabilita’ !
Ho un PSA nella norma , 0,47, che controllo ogni 2 mesi e presenza blanda di eritrociti nelle urine.
Lavoro anch’io nella sanita’ e, per la mia salute,preferisco alle cure palliative e farmacologiche l’intervento radicale.
Grazie per la risposta