Cure palliative: al “Girasole” di Fonte Nuova l’Hospice si fa “casa”

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Un ambiente pensato e strutturato con ogni confort, dove pazienti e familiari possano sentirsi del tutto a loro agio, come al proprio domicilio. Un’équipe multidisciplinare per soddisfare i bisogni clinici, psicologici e sociali dell’assistito, allo scopo di aiutarlo a vivere in maniera dignitosa la fase terminale della malattia, nel pieno rispetto della sua volontà. Con l’hospice “Il Girasole”, un esempio riuscito di medicina “umanizzata”, si amplia l’offerta di assistenza nel settore delle cure palliative per gli utenti dell’ASL Roma G.

 

Roma, 02 Ottobre 2012 – Tutte le stanze sono dotate di aria condizionata, di televisore e di un secondo posto letto per il familiare. A disposizione di tutti i pazienti e dei loro cari una tisaneria, un ampio soggiorno con la possibilità di ascoltare musica o dedicarsi alla lettura di un buon libro. E ancora: pasti personalizzati, in base alle esigenze cliniche del malato, grazie alla presenza di un dietista che, ogni mattina, visita personalmente i degenti per la scelta del menù.

Obiettivo: creare un ambiente il più familiare possibile, mettendo il paziente nelle condizioni di sentirsi a proprio agio, come se fosse assistito all’interno delle proprie mura domestiche.

 

Questa la realtà del nuovo hospice “Il Girasole”, attivo da alcuni mesi nel comune di Fonte Nuova e diretto dal dottor Virgilio D’Offizi. Si tratta di un’unità operativa della Casa di Cura Nomentana Hospital, all’interno del territorio di competenza dell’ASL Roma G, un’area molto estesa che comprende 70 comuni della provincia del capoluogo laziale, suddivisi in 6 Distretti (Monterotondo, Guidonia, Tivoli, Subiaco, Palestrina e Colleferro).

Il centro, accreditato al Servizio Sanitario Nazionale e presso la Società Italiana di Cure Palliative, è rivolto a pazienti affetti da patologie oncologiche e non (cardiovascolari, neurologiche, pneumologiche, cronico-degenerative), giunti a uno stadio terminale della malattia ad andamento irreversibile, non più suscettibile di trattamenti terapeutici finalizzati alla guarigione.

 

L’assistenza è gestita da un’équipe multidisciplinare, costituita da medici, infermieri, psicologi e terapisti della riabilitazione, per una presa in carico a 360 gradi del malato, nell’ottica di un approccio olistico al paziente, che tenga conto non soltanto del dolore fisico, ma anche delle ripercussioni psicologiche e sociali che la malattia comporta. Lo scopo è quello di supportare l’autonomia dell’assistito, garantendone una qualità di vita dignitosa, nell’ultimo tratto della sua esistenza, fornendo nello stesso tempo sostegno ai familiari per aiutarli ad affrontarli la malattia.

 

Ma come si svolge l’attività nell’hospice? “L’obiettivo che guida il nostro lavoro – spiega il dottor Virgilio D’Offiziè realizzare in concreto quel concetto di medicina ‘umanizzata’ che dedica ogni attenzione a tutti i bisogni, anche inespressi, del paziente, collocandolo al centro del progetto di cura. La richiesta di presa in carico del malato arriva alla nostra unità operativa dal medico di famiglia o da un ente ospedaliero e deve essere approvata dall’ASL di competenza. Non appena il malato entra in hospice, la nostra équipe interdisciplinare predispone il Piano Assistenziale Individuale che, sulla base delle esigenze e i bisogni del paziente, definisce le terapie e gli interventi da adottare e le figure professionali necessarie. Il Piano, inserito nella cartella clinica del malato, viene riesaminato ogni settimana durante le riunioni di équipe, che verifica quali obiettivi assistenziali sono stati raggiunti, apportando eventuali cambiamenti terapeutici”.

 

Oltre ai servizi di assistenza residenziale, fino ad un massimo di 9 posti letti, l’hospice è in grado di offrire assistenza in regime domiciliare accreditato per un totale di 36 pazienti.

In questo secondo caso, i malati sono visitati ogni giorno da un infermiere e 3 volte alla settimana dal medico; in base poi alle necessità che si vengono a creare, possono essere assistiti da un fisioterapista, per avviare delle terapie riabilitative, e dallo psicologo, per il supporto al malato e alla sua famiglia. L’attività dell’hospice, inoltre, è supportata dalla collaborazione di una cooperativa di volontari, specializzata proprio nell’erogazione di servizi socio-sanitari a domicilio per malati terminali.

 

Nel momento in cui non è più possibile guarire – conclude D’Offizi – lo scopo primario diventa quello di dare dignità alla persona malata, riuscire a migliorare la sua qualità di vita, per quanto breve possa essere. Presso la nostra unità operativa, grazie alla professionalità e sensibilità dell’équipe medica, attraverso un approccio multidisciplinare e personalizzato al paziente, cerchiamo di attuare pienamente il vero significato di ‘cure palliative’, dando valore alla singola persona e alla sua percezione soggettiva della propria condizione fisica, psicologica e familiare”.

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