La cecita’ fluviale in Africa, potrebbe in un futuro prossimo sparire

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Gli occhi del mondo negli occhi dell’Africa. Per riportare la luce li’ dove, per colpa di una mosca e di un fiume, c’e’ solo il buio. Su una sfida che 25 anni fa sembrava impossibile da vincere ma che oggi sempre a portata di mano. E’ grazie ai 25 anni di impegno del Mectizan Donation Program voluto, nel 1987, da Merck – in Italia nota come MSD- se oggi la cecita’ fluviale e’ stata eradicata in molti Paesi dell’America Latina e puo’ dirsi sotto controllo in Africa. Un anniversario importante, che viene festeggiato con un evento importante: il II Social Forum internazionale dedicato alle malattie oculari nel Paesi in via di sviluppo che si tiene in questi giorni nella Capitale per disegnare nuove strategie di intervento. ”Il fiume mangia gli occhi”, dicono gli anziani in Africa. Eppure e’ il fiume che da’ la vita e rende fertili i terreni. Quel fiume dal quale le popolazioni non si possono allontanare, e’ l’inconsapevole culla di una piccola mosca in grado di pungere l’uomo anche diecimila volte in un giorno. Attraverso la sua puntura, questa mosca, deposita nel corpo umano le larve di un parassita, Onchocerca volvus, che da quel momento inizia una corsa senza fine di riproduzione nel tessuto sottocutaneo. Migliaia di larve che ogni giorno nascono e muoiono. Sono loro a mangiare gli occhi perche’ una volta che raggiungono il nervo ottico la cecita’ e’ inevitabile. Si stima che la cecita’ fluviale, detta anche oncocercosi, abbia reso cieche oltre 500 mila persone e abbia provocato gravi deficit visivi ad altre 800 mila. E ogni anno 40 mila nuovi casi si aggiungono a questa drammatica casistica. Cifre da raddoppiare, perche’ la caratteristica di questa malattia e’ che per ogni cieco ci sono due vittime: il malato e un bambino che da quel momento sara’ gli occhi dell’adulto. E per questo non potra’ mai andare a scuola, mai giocare, mai allontanarsi. Come un ”cane-guida’. Il fiume ruba gli occhi e anche l’infanzia. Ma non manca tanto perche’ si possa dire ”C’era una volta l’oncocercosi”, perche’ se in principio, nel 1987, l’obiettivo di MSD era curare, ora la parola d’ordine e’ diventata eradicare. Una sfida piu’ che possibile. In Venezuela, Ecuador e Colombia e’ gia’ stata vinta. In Africa l’appuntamento e’ per il 2020. Un programma unico nel suo genere anche perche’ nonostante sia ”da grandi numeri’ (oltre 100 milioni di persone raggiunte, 33 i Paesi dove la malattia e’ endemica, 750 i milioni di trattamenti forniti, piu’ di 5 miliardi di dollari in compresse, piu’ ulteriori 45 milioni di dollari investiti recentemente nel Programma) si affida nella gestione ai Governi locali, alle Associazioni e ai piccoli villaggi con una somministrazione porta a porta. Un successo nel successo questo modello ‘dal basso’. ”Nei Paesi in via di sviluppo vive il 90% dei ciechi del Pianeta – dice Gian Luca Laffi, Presidente dell’Associazione Medici Oculisti per l’Africa (AMOA)- ma se si riuscisse ad intervenire sulle cause piu’ importanti della cecita’, entro il 2020 il numero di ciechi a livello mondiale si potrebbe ridurre di circa due terzi. Non bisogna limitarsi ad andare in questi Paesi, curare i malati e tornare a casa, ma occorre formare personale locale, allestire ambulatori, sale operatorie oculistiche e laboratori di ottica integrando il progetto con il Sistema Sanitario Locale”.

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