Ma la tutela della salute ha già un finanziamento privato
“E’ quello dei cittadini che sempre più spesso pagano di tasca propria i farmaci rimborsabili e altre prestazioni” dice Andrea Mandelli, presidente della FOFI. Occorre rivedere come si spende e perché, ma salvaguardando lo spirito solidaristico
Roma, 28 novembre 2012 – “Al di là dell’occasione in cui il tema è stato affrontato dal capo del Governo, mi pare che parlare di altre forme di finanziamento per il Servizio Sanitario Nazionale non tenga conto di una realtà che i professionisti della salute vedono tutti i giorni: i cittadini stanno già finanziando autonomamente la sanità attraverso la spesa privata che è in costante aumento, soprattutto dopo i tagli lineari degli ultimi anni”, dice Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. “Anche limitandosi alla spesa farmaceutica territoriale, lo stesso rapporto OSMED 2011 segnala che per classi di medicinali importanti come quelli rivolti alle malattie cardiovascolari, a quelle muscolo scheletriche o respiratorie, i farmaci rimborsabili vengono pagati direttamente dai cittadini in percentuali che vanno dal 3,2 fino al 12,8%. Peraltro, i dati del nostro osservatorio sulla spesa farmaceutica mostrano che in grandi città come Milano o Napoli, nel primo semestre 2012, quasi una confezione su cinque di medicinali che potrebbero essere ottenuti dal Servizio sanitario viene acquistata direttamente. Analoga tendenza vale per la diagnostica e la specialistica, come mostra il proliferare di ambulatori polispecialistici che offrono prestazioni a prezzi calmierati”, prosegue Mandelli. “Non è poco ed è segno che, al di là di quanto viene scritto nelle leggi e nei piani sanitari, esistono forme di razionamento, dai ticket ai tempi di attesa, in atto da tempo”. Per il presidente della FOFI è evidente che si deve porre mano seriamente ai meccanismi di spesa, ma questo comporta razionalizzazione e controllo, non certo la creazione, come hanno giustamente segnalato i rappresentanti dei medici ospedalieri, di due circuiti paralleli: per chi può spendere in polizze e per chi non può. Il servizio sanitario non è solo uno degli elementi fondamentali della coesione nazionale e dell’impianto solidaristico della nostra Costituzione, “ma è anche con tutti i suoi difetti un modo efficace di garantire un buon livello di salute: altrimenti non si capirebbe perché Barack Obama si sia impegnato strenuamente per “socializzare” la sanità statunitense”, conclude Mandelli, “e perché le politiche che permettevano ai più abbienti di uscire dalla copertura pubblica non hanno dato grandi risultati, non per la salute delle nazioni ma neppure per i bilanci pubblici”.
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