Perché le sigarette mandano in fumo il cervello compromettendo le capacità cognitive
Uno stile di vita malsano che danneggia il sistema cardiovascolare non solo è associato a un maggiore rischio di morte prematura, ma anche a un effetto dannoso sul cervello. Malattie come l’ipertensione intaccano quindi seriamente anche le capacità di apprendimento, ragionamento e memoria, facilitando l’insorgere della demenza.
Uno stile di vista scorretto che mette a rischio cuore e arterie è stato significativamente collegato a un maggiore declino cognitivo da un team di scienziati del King College di Londra. Per cui, fumando, oltre a essere a rischio attacco cardiaco o ictus, ci sono maggiori probabilità di sviluppare la demenza o l’Alzheimer.
Se dunque fumare è risaputo essere un “buon” modo per intaccare la salute di cuore e arterie, favorendo l’insorgere di ipertensione e aumentando il rischio di essere vittime di un infarto o un ictus, ciò che si è scoperto è che il danno non si limiterebbe, per così dire, solo all’apparato cardiovascolare, ma anche al cervello. In questo modo, ricercatori londinesi hanno stabilito come vi fosse una correlazione tra le malattie cardiache e il declino cognitivo.
Lo studio è nato proprio dalla volontà dei ricercatori di stabilire un legame tra il rischio di un evento cardiovascolare come un attacco di cuore o un ictus e lo stato di salute del cervello. Qui, i ricercatori hanno reclutato 8.800 soggetti che sono stati seguiti per otto anni. Durante il periodo di follow-up i partecipanti sono stati sottoposti a test cognitivi per valutare le capacità di apprendimento, ragionamento e memoria a intervalli di quattro e otto anni – dopo il test iniziale.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Age and Ageing e mostrano come un rischio complessivo di eventi cardiovascolari avversi fosse associato a declino cognitivo. E più alto era il rischio di attacco di cuore o ictus, maggiore era il declino cognitivo. Il vizio del fumo, infine, ha influito nei test facendo segnare un punteggio più basso ai fumatori.
«Il declino cognitivo diventa più comune con l’invecchiamento e per un numero crescente di persone interferisce con le attività quotidiane e il benessere – ha spiegato nella nota King il dottor Alex Dregan, coautore dello studio – Abbiamo identificato un certo numero di fattori di rischio che possono essere associati con un declino cognitivo accelerato, ognuno dei quali potrebbe essere modificabile. Abbiamo bisogno di rendere le persone consapevoli della necessità di fare alcuni cambiamenti nel proprio stile di vita a causa del rischio di declino cognitivo».
Già numerosi studi hanno evidenziato che patologie cardiovascolari come l’ipertensione hanno un impatto negativo anche sul cervello. Per questo motivo, gli scienziati avvertono che oltre a mettere a rischio cuore e arterie, da uno stile di vita scorretto e vizi come il fumo si rischia di compromettere seriamente anche le funzioni cerebrali.
Come sempre, la prevenzione è l’arma migliore e, in questo caso, si può prevenire evitando di fumare.