[ADUC]Contaminazione da pesticidi: come si sta comportando la UE?
Quando le rilevazioni non sono molto buone, si e’ talvolta tentati di cambiare lo strumento di misura. La Commissione Europea ha ceduto a questa tentazione in merito ai provvedimenti sui pesticidi nell’alimentazione? E’ quanto denunciano le Ong Générations Futures e Pesticide Action Network (PAN-Europe).
Le due Ong hanno diffuso, il 19 e 20 dicembre scorsi, un documento tecnico redatto dalla direzione generale della salute dei consumatori (DG Sanco) che, secondo loro, porta a sottovalutare in modo sistematico i tassi degli alimenti controllati che sono andati oltre i limiti massimi residui (LMR) di pesticidi. Ma, come spesso accade quando si tratta di armonizzazione delle pratiche comunitarie, la spiegazione e’ un po’ piu’ complicata.
Il documento pubblicato dalle due Ong presenta una serie di raccomandazioni di buone pratiche per misurare le quantita’ di prodotti fitosanitari presenti in frutta e verdure dei produttori europei.
Il paragrafo 49 del testo ha attirato l’attenzione delle due associazioni. Li’ dove dispone che un’incertezza del 50% della misura debba essere applicata, e che il valore rilevato per essere comparato ai LMR non e’ quello misurato in se stesso, ma il limite basso della forchetta di incertezza, cioe’ la meta’ del valore effettivamente misurato. Per esempio, se la concentrazione di un prodotto e’ misurata a 2 mg/Kg del prodotto testato, il valore rilevato sara’ di 1 mg/Kg.
“Occorre che i residui di pesticidi vadano due volte oltre il limite autorizzato perche’ siano considerati come effettivamente al di la’ del limite autorizzato!”, dice François Veillerette, portavoce di Générations Futures, Il principio, fatto proprio dalla DG Sanco a partire dal 2007, non e’ applicato dalla Direzione generale della concorrenza, del consumo e della repressione delle frodi (DGCCFR) se non a partire dal 2010.
Un effetto sensibile sulle statistiche
L’effetto sulle statistiche ufficiali e’ sensibile. Tra il 2008 e il 2010, la percentuale del campione controllato contenente residui misurabili di pesticidi, e’ passata dal 38,2 al 40,7%, ma la percentuale dei campioni eccedenti i LMR mostrano, al contrario, un netto miglioramento, passando dal 4 all’1,5%.
Alla DGCCRF negano che l’applicazione delle raccomandazioni di Bruxelles abbiano giocato un ruolo, ma si precisa che potrebbe essere sbagliato comparare queste cifre nel tempo, perche’ “i LMR che sono tipici di ogni pesticida, possono cambiare da un anno all’altro”.
Quanto alla scelta di utilizzare il limite inferiore dell’incertezza di misura per fissare il superamento del limite autorizzato, questa si giustifica con la necessita’ di armonizzare le misure e di trovare un punto di riferimento comune ai Ventisette.
Ma, come ogni misura scientifica, quella dei residui di pesticidi nell’alimentazione, e’ soggetta ad una forchetta di incertezza. E la stessa varia in funzione dei vari laboratori di ricerca…. “La Commissione europea ha fatto fare delle prove chiamate di ‘intercomparazione’ di misure tra laboratori dei diversi Paesi membri dell’Unione”,spiegano alla DGCCFR. “Un medesimo campione e’ analizzato in diversi laboratori e i risultati sono comparati per ottenere una forchetta di valori che inglobi tutti i risultati ottenuti dai laboratori che abbiano partecipato alla ricerca”.
Il documento-guida della Commissione evita anche che un prodotto sia dichiarato conforme in un posto, ma non conforme in un altro. L’adozione del limite inferiore della forchetta di incertezza come valore di riferimento, consente anche di assicurare che nessuna sanzione sara’ presa a torto contro un produttore.
Il commercio a detrimento della salute? “Le soglie sanitarie sono al di sotto dei LMR -rispondono alla DGCCRF. I LMR sono piuttosto delle soglie che assicurano che i produttori rispettino i limiti nell’uso dei pesticidi, essenzialmente per proteggere l’ambiente”.