Carenza di Vitamina D in gravidanza: il nascituro a rischio sottopeso
Le mamme che presentano una carenza di vitamina D durante la gestazione possono partorire un bambino con basso peso alla nascita rispetto all’età gestazionale, un problema che può avere serie ripercussioni sulla salute del nascituro
La vitamina D è una vitamina essenziale per molti processi dell’organismo. E’ considerata utile in particolare nella prevenzione del cancro e altre malattie. Ed è anche utile nel prevenire i problemi ossei, diabete, ipertensione. La si può ricavare soltanto da alcuni alimenti, tuttavia viene sintetizzata dal corpo per mezzo dell’esposizione ai raggi solari.
Una vitamina importante, dunque, che gioca un ruolo anche nella gravidanza e nella possibilità che il bambino nasca con il peso giusto o meno – se questa è carente.[one_fourth last=”no”]
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Sulla necessità di avere le giuste quantità di vitamina D circolanti nell’organismo è stato condotto dalla dottoressa Alison Gernand e colleghi dell’Università di Pittsburgh, uno studio su 2.146 donne incinte che ha evidenziato come i livelli di questa vitamina nel primo trimestre di gravidanza fossero correlati al peso e la circonferenza cranica del bambino al momento della nascita. In sostanza, nelle madri con bassi livelli di vitamina D, il bambino poteva nascere più piccolo rispetto all’età gestazionale.
Poiché, come accennato, le fonti alimentari di vitamina D sono piuttosto scarse, un ruolo fondamentale lo gioca l’esposizione adeguata ai raggi solari.
Una sua carenza può, tra gli altri, causare anomalie nel metabolismo di calcio, fosforo e delle ossa.
«Abbiamo scoperto che i livelli di vitamina D della madre, nel primo o secondo trimestre di gravidanza, erano legati alla normale crescita del bambino che ha partorito al termine – spiega nel comunicato Pittsburgh la dottoressa Gernand – Se una madre era carente di vitamina D, il peso alla nascita del suo bambino era di 46 grammi inferiore, dopo aver tenuto conto di altre caratteristiche della mamma. Se poi le mamme erano carenti di vitamina D nel primo trimestre, hanno avuto il doppio del rischio di partorire un bambino che soffriva di una limitazione della crescita durante la gravidanza».
I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism (JCEM), una rivista della The Endocrine Society, e mostrano come l’influenza della vitamina D sia maggiore di quanto si pensasse, anche in gravidanza.
«Il nostro studio è un contributo importante per l’evidenza epidemiologica che la condizione materna di vitamina D, soprattutto all’inizio della gravidanza, può contribuire alla crescita fetale sia patologica che fisiologica», conclude la dottoressa Lisa Bodnar, autore principale dello studio.
Il consiglio è dunque quello di prendere in considerazione una maggiore quanto adeguata esposizione ai raggi solari durante la gravidanza.
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