“HTA nel dolore episodico intenso”, si è concluso a Novara il programma educazionale: ha illustrato a decisori e clinici di tutta Italia come trattare in modo efficace ed efficiente il Breakthrough cancer Pain

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HTA_NovaraIl prof. Canonico (presidente SIF): “L’HTA è lo strumento scientifico indispensabile

per valutare le terapie farmacologiche sotto il profilo economico e della sostenibilità.

Novara, 11 Dicembre – Gestire il sistema sanitario come un’azienda, il cui profitto è rappresentato dalla buona salute del paziente: con quest’obiettivo, grazie al contributo incondizionato di  Grünenthal Italia, il programma educazionale sull’HTA (Health Tecnology Assessment) nel dolore episodico intenso ha attraversato l’intera penisola, in 8 tappe, e si è concluso ieri a Novara, con un ultimo appuntamento nell’Aula Magna dell’Università del Piemonte Orientale.

Il Progetto ha illustrato ai clinici specialisti del dolore, ai palliativisti, agli studenti di Farmacia, ai farmacisti territoriali e ospedalieri, ai decisori pubblici e in genere ai responsabili dell’organizzazione sanitaria, un modello farmacoeconomico ottimale per la gestione del dolore episodico intenso o Breakthrough cancer Pain (BTcP), patologia che, se mal gestita, ha un impatto non trascurabile sui costi del Sistema sanitario. La questione è di particolare attualità nell’odierna congiuntura economica, segnata dal ‘mantra’ della spending review, in cui si fa ricorso a ogni accorgimento per contenere e riordinare i conti della Sanità, senza incidere sulla qualità delle prestazioni. L’HTA, strumento multidisciplinare di valutazione, fornisce infatti ai decisori prove scientifiche, mirate all’assunzione delle risoluzioni più valide in termini di efficacia, efficienza ed equità nel contesto sanitario. Nello specifico caso del dolore episodico intenso, a due anni dall’entrata in vigore della Legge 38 che disciplina terapia del dolore e cure palliative, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ha elaborato un modello farmacoeconomico per la gestione del BTcP, con la collaborazione di un panel di esperti della Società Italiana di HTA (SIHTA), della Società Italiana Cure Palliative (SICP), della Società Italiana Farmacisti Ospedalieri (SIFO) e della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG). Nel tour formativo, che si è svolto sotto l’egida del Ministero della Salute, prendendo le mosse dagli aspetti clinico-epidemiologici, farmacologici ed etici del dolore episodico intenso, un pool di esperti ha illustrato in ogni tappa i profili salienti di questo modello scientifico, per stimolare un dialogo mirato al raggiungimento di uno schema ottimale di gestione integrata delle cure palliative.

L’HTA è il presupposto indispensabile per la valutazione scientifica delle terapie farmacologiche, dal punto di vista economico e della sostenibilità in senso ampio – ha spiegato il professor Pier Luigi Canonico, presidente della Società Italiana di Farmacologia (SIF) e direttore del dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale, che ha curato l’organizzazione della tappa piemontese del Progetto – e ci aiuta quindi a individuare l’approccio terapeutico ideale per la gestione del dolore episodico intenso, conciliando la sostenibilità del Sistema con la miglior tutela della salute del paziente. L’incontro di ieri  si è aperto con un intervento introduttivo alla tematica dell’Health Technology Assessment a cura del professor Claudio Jommi, un esperto del settore che abbiamo la fortuna di avere nella nostra università. Al suo intervento ha fatto quasi da chiosa la relazione del professor Matteo Ruggeri, che è entrato nel merito degli aspetti economici della terapia del BTcP. Le questioni strettamente farmacologiche sono state trattate da uno dei massimi esperti del settore in ambito nazionale e internazionale, la professoressa Maria Grazia Grilli, mentre si è occupato dei risvolti etici di queste terapie il dottor Dario Sacchini. Le altre relazioni – mi scuso se nell’elencarle ne ometterò qualcuna – hanno illustrato gli aspetti clinici di questo tipo di dolore, a cominciare con l’intervento del professor Americo Cicchetti, che è stato il principale propulsore dell’intero Progetto, partito nel maggio scorso da Roma. Sono stati poi affrontati gli aspetti gestionali del BTcP in connessione alle cure palliative, grazie alla professoressa Adriana Turriziani, presidente della Società Italiana Cure Palliative (SICP), e al dottor Alessandro Valle, palliativista della Fondazione FARO Onlus, ma anche rispetto ai profili organizzativi e legislativi della rete predisposta per la cura del dolore oncologico. Temi ampi, questi ultimi, che hanno costituito l’oggetto della tavola rotonda della seconda parte della giornata, animata dal dottor Marco Spizzichino del Ministero della Salute. La sessione pomeridiana si è aperta infatti a un dibattito a più voci, che mirava a includere tutti gli attori del sistema: abbiamo avuto rappresentanti della Medicina Generale, dei farmacisti territoriali e ospedalieri, dei palliativisti, ma anche dei pazienti e dei cittadini, grazie al dottor Terzi di Cittadinanzattiva. Infine, risultato del quale sono particolarmente fiero, abbiamo ospitato tre Direttori Generali di Asl del Piemonte, il dottor Gallo, il dottor Iodice e il dottor Minola, nonché il dottor La Ciura, direttore della Struttura Complessa di cure palliative della Asl di Cuneo, per un ulteriore approfondimento degli aspetti organizzativi della gestione del dolore oncologico”.

L’“Health Technolgy Assessment nel dolore episodico intenso” è un’iniziativa nata con l’obiettivo di condividere le conoscenze, creare confronto, collaborazioni e sinergie tra professionisti, organizzazioni, aziende e istituzioni per valorizzare e consolidare la valutazione delle tecnologie per la cura di questo tipo di dolore oncologico, molto diffuso e particolarmente inabilitante. Il Breakthrough cancer Pain comporta infatti accessi di dolore severo – cioè dell’intensità più alta tra quelle contemplate nell’apposita scala di misurazione della sofferenza – e colpisce circa il 60% dei pazienti oncologici, benché già in terapia per il contenimento del dolore di base. L’iniziativa si è sviluppata attraverso una serie di workshop che si sono svolti in 8 città d’Italia: Roma, Milano, Padova, Ancona, Messina, Firenze, Bari e infine l’appuntamento conclusivo di ieri a Novara.

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