Diabete: prevenirlo con i “batteri buoni” dell’intestino

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I batteri intestinali, o microbiota, sono molto importanti per la salute e, nel caso di quelli buoni, pare possano aiutare anche a prevenire il diabete
La flora batterica intestinale gioca un ruolo di primo piano nella salute generale di un individuo – e molto più di quanto non si possa pensare.
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Pensate: ci sono 10 volte di più batteri nel corpo umano che non cellule. Se dunque possiamo contare su una presenza così elevata un motivo ci sarà. Anzi, ce ne sono molti di motivi – non tanti quanto i batteri, ma davvero molti. Per esempio, il microbiota intestinale è fondamentale nel buon funzionamento del sistema immunitario. I batteri buoni ci proteggono dalle infezioni e le intossicazioni alimentari come quelle da Salmonella. Hanno un ruolo nella produzione di energia per il corpo, nell’assorbimento e sfruttamento delle vitamine – e ovviamente anche del cibo.

Come per tutti gli ambienti vitali – dal più grande che è il nostro pianeta, al più piccolo che è il nostro intestino – l’equilibrio è basilare o, meglio, vitale.
Quando infatti questo si viene a rompere e numero e qualità dei batteri si modifica in favore di quelli “cattivi”, ecco che possono insorgere diversi problemi. Uno su tutti, è l’insorgere dell’infiammazione che, come ormai sappiamo, è alla base di numerose malattie, anche gravi.
I batteri intestinali cattivi, poi, possono per esempio causare la malattia di Crohn e la colite ulcerosa. Ma anche danneggiare il fegato.
A tutte queste si sommano le altre patologie che uno sbilanciamento della flora batterica intestinale può causare.

Ma, dopo quelle cattive, la buona notizia è che i batteri buoni possono aiutare a prevenire molti dei disturbi e delle malattie succitate, tra cui il diabete – come suggerito da un nuovo studio condotto in team da ricercatori canadesi e svizzeri e pubblicato su Science Express.
Sono la professoressa Jayne Danska del Sick Children’s Hospital dell’Università di Toronto e il professor Andrew Macpherson della Clinic for Visceral Surgery and Medicine all’Inselspital e l’Università di Berna, ad aver scoperto che i batteri intestinali buoni sono in grado di produrre ormoni e sostanze biochimiche che fermano lo sviluppo del diabete.

I ricercatori già sapevano che il diabete è causato dall’azione delle cellule immunitarie che danneggiano le speciali cellule del pancreas atte a produrre l’ormone insulina. E l’epidemia di diabete che si sta verificando nel mondo, in soggetti sempre più giovani, ha messo in moto la necessità di trovare soluzioni efficaci per una prevenzione adeguata della malattia.
Lo studio, condotto su modello animale, partiva dal presupposto che i topi posseggono molti degli stessi geni che rendono alcuni esseri umani sensibili alla malattia. Studiando così gli effetti della flora batterica intestinale sul sistema immunitario e sugli effetti nelle cellule pancreatiche si è potuto scoprire il possibile effetto protettivo.
«Ci auguriamo che la nostra nuova comprensione di come i batteri intestinali possono proteggere [le persone] suscettibili allo sviluppare il diabete, ci permetterà di iniziare a sviluppare nuovi trattamenti per bloccare l’insorgere della malattia», conclude nella nota UB il dottor Andrew Macpherson.

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