E’ in arrivo il picco dell’influenza: i consigli della SITIP per affrontarla al meglio e le nuove prospettive di prevenzione
In Italia solo il 25% dei bambini con malattie croniche viene vaccinato
A Hong Kong il primo Meeting mondiale per definire nuove strategie condivise
Hong Kong, 28 gennaio 2013 – Ci siamo quasi: è in arrivo la nuova ondata d’influenza e, ancora una volta, i bambini sono i più colpiti. Dopo la grave epidemia che ha interessato a gennaio gli Stati Uniti, il picco di malattia nel nostro Paese è atteso nelle prossime tre settimane. Considerata la particolare virulenza, i pediatri raccomandano la vaccinazione sia per i bambini che soffrono di patologie croniche sia per i soggetti sani dai 6 mesi ai 5 anni d’età.
In caso di contrazione del virus dell’influenza, “no agli antibiotici e agli antivirali – sottolineano gli esperti della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) – a meno che non si verifichi una sovrainfezione batterica o non ci si trovi di fronte a casi di patologie croniche, mai comunque senza prescrizione pediatrica. L’influenza va trattata esclusivamente con farmaci sintomatici (che curano i sintomi di una malattia)”.
Per alleviare i sintomi, ricordano i pediatri, sono utili anche semplici accorgimenti, quali il riposo in un ambiente confortevole, la somministrazione di antifebbrili, l’adozione di una dieta bilanciata con particolare attenzione ad un’adeguata integrazione dei liquidi e di un apporto calorico minimo, considerando anche la difficoltà del bambino ad alimentarsi.
E mentre si attende il picco dell’influenza, gli esperti di tutto il mondo si sono riuniti al Meeting di Hong Kong, promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per definire in vista della prossima stagione epidemica, strategie condivise nella prevenzione dell’influenza, una malattia da non sottovalutare soprattutto nelle donne in gravidanza e nei pazienti con malattie croniche. L’incontro ha rappresentato un grande passo in avanti e ha determinato un vero e proprio spartiacque nella lotta all’ influenza, la cui gestione, fino ad oggi, è stata appannaggio del sistema sanitario di ogni singolo Paese. [one_fourth last=”no”]
[/one_fourth]Durante l’incontro, è stata sottolineata l’importanza della vaccinazione antinfluenzale in gravidanza, anche a seguito della recentissima pubblicazione sul New England of Medicine di uno studio norvegese che ha dimostrato il rischio di morte fetale associato all’influenza contratta durante il concepimento e la sicurezza della vaccinazione. Tale strategia, che potrebbe essere implementata anche nei Paesi a risorse limitate seguendo quanto già effettuato per la prevenzione del tetano neonatale, porterebbe alla prevenzione dell’influenza nei primi 6 mesi di vita. Gli esperti hanno anche discusso la necessità di effettuare studi di efficacia sulla vaccinazione antinfluenzale nel lattante con meno di 6 mesi di età che, sulla base di ricerche preliminari, sembra dare risultati simili a quelli che la vaccinazione avrebbe nell’anziano e che permetterebbe di ridurre le complicanze e i ricoveri legati alla malattia, molto frequenti nei primi mesi di vita.
Inoltre, sono state discusse nuove strategie di produzione dei vaccini che hanno l’obiettivo di creare preparati capaci di fornire una protezione allargata e persistente verso diversi ceppi virali, così da potere ipotizzare la somministrazione del vaccino non più annuale ma con intervalli temporali maggiori.
In qualità di esperta di infettivologia pediatrica, la Prof.ssa Susanna Esposito, Direttore della UOC Pediatria 1 Clinica presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP), ha focalizzato il suo intervento al Meeting di Hong Kong sull’impatto dell’influenza proprio nei bambini con malattia cronica, sottolineando la necessità di raggiungere elevate coperture vaccinali in questi pazienti e l’importanza di una corretta comunicazione sulle possibili complicanze dell’influenza e sulla efficacia e la sicurezza dei vaccini. Inoltre, la Prof.ssa Esposito ha presentato i risultati di alcune ricerche pubblicate dal suo gruppo di lavoro sull’immunogenicità di diversi tipi di vaccino antinfluenzale in bambini con alcune malattie croniche e sul grado di consapevolezza relativo ai vaccini antinfluenzali in Italia. Nel nostro Paese è ancora molto scarsa la fiducia nei confronti della vaccinazione antinfluenzale: solo il 25% dei bambini a rischio viene vaccinato e la confusione mediatica creata 3 anni fa dalla pandemia e nell’ultima stagione dal ritiro dal commercio dei vaccini influenzali hanno ulteriormente peggiorato le coperture vaccinali.
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“Purtroppo, in Italia – ha dichiarato la Prof.ssa Esposito – l’influenza viene molto sottovalutata, anche dagli stessi operatori sanitari che dovrebbero promuovere la vaccinazione specie nelle donne in gravidanza e nei pazienti a rischio di complicanze e dovrebbero sottolineare l’importanza della prevenzione anche nei bambini sani che frequentano l’asilo nido, la scuola materna e la scuola elementare. Questo succede perché il livello di conoscenza della patologia, e i relativi rischi di complicanze, è ancora scarso o inadeguato.” Secondo un’indagine svolta dalla SITIP, alla domanda rivolta a circa 260 pediatri sul “perché non ha raccomandato la vaccinazione ai bambini con malattie croniche?”, circa il 58% del campione ha risposto “a causa dei pochi dati sull’efficacia dei vaccini antinfluenzali”, mentre il 26% ha dichiarato “perché l’influenza non è abitualmente una malattia grave in pediatria”. Evidentemente, queste risposte evidenziano che le informazioni dei pediatri sull’argomento non sempre sono corrette e aggiornate e che la comunicazione con le famiglie può essere fonte di malintesi. Eppure, in Italia, sono circa 8000 i casi di morte correlati all’influenza, ogni anno, tra adulti (in maggioranza) e bambini. Tra questi, il 60% dei decessi in età pediatrica avviene in bambini con malattie croniche, a causa di complicanze causate dall’influenza o per aggravamento delle patologie croniche di base. Da anni, il ministero della Salute offre gratuitamente il vaccino ai bambini asmatici, diabetici, cardiopatici, immunocompromessi e che soffrono di altre malattie croniche (in totale sono quasi 20 mila). Numerosi sono gli studi che dimostrano i grandi vantaggi della vaccinazione nei bambini che soffrono di queste malattie croniche.
L’influenza non va però trascurata neppure nei bambini sani, che andrebbero vaccinati, soprattutto nella fascia di età da 6 mesi a 5 anni, per evitare possibili complicanze e conseguenze di carattere socio-economico: perdita di giorni di scuola, assenza dal lavoro dei genitori, assistenza domiciliare da parte di persone diverse dai genitori, rischio elevato di trasmissione del virus ai familiari e, soprattutto, agli anziani. “L’influenza – ha dichiarato la Prof.ssa Esposito – comporta un significativo aumento del rischio di ospedalizzazione, delle richieste di assistenza negli ambulatori dei Pediatri di Libera Scelta e nel Pronto Soccorso degli ospedali oltre ad un notevole incremento del consumo di antibiotici e di antifebbrili. L’estensione della vaccinazione influenzale anche al bambino sano limiterebbe certamente la circolazione del patogeno e consentirebbe di raggiungere elevate coperture vaccinali anche nei soggetti con patologie croniche.” Per questi motivi si rende necessaria un’intensa attività di comunicazione che informi adeguatamente e correttamente sui rischi e i vantaggi della vaccinazione antinfluenzale e che adegui la copertura vaccinale nel nostro Paese al resto del mondo. Da tempo, infatti, molti Paesi tra cui Stati Uniti, Canada, Finlandia, Austria, Messico e da ultima la Gran Bretagna, hanno adottato la vaccinazione universale per tutti i bambini, a partire dai 6 mesi d’età. A convincere le Autorità Sanitarie d’oltre Manica è stato il dato, elaborato da una commissione apposita, secondo cui la riduzione del 40% dei casi di influenza ottenuta grazie al vaccino, potrebbe evitare undicimila ospedalizzazioni e duemila morti all’anno.