HIV: battere il virus nella replicazione con la terapia genica
La replicazione dell’Hiv potrebbe essere fortemente ridotta con una terapia genica basata su una proteina dello stesso virus opportunamente modificata. I ricercatori del Queensland Institute of Medical Research di Brisbane (Australia) hanno infatti dimostrato che per inibire la proliferazione delle particelle virali basta inserire nelle cellule del sistema immunitarie bersagliate dal virus una versione mutata di Tat, una molecola coinvolta proprio nella replicazione dell’Hiv. La scoperta, pubblicata su Human Gene Therapy, apre una nuova strada verso una possibile cura dell’Aids.
David Harrich, professore associato del laboratorio di virologia molecolare dell’ateneo australiano e responsabile della ricerca, ha iniziato a studiare i meccanismi di replicazione del virus dell’immunodeficienza umana nel 1989. Nel 2007 le sue ricerche hanno svelato che il mutante Nullbasic, messo a punto dallo stesso ricercatore alterando la proteina Tat, riesce ad inibire la diffusione del virus. Il nuovo studio dimostra le potenzialità dell’uso di questo mutante in un approccio di terapia genica grazie alla quale, spiega lo stesso Harrich, “il virus resterebbe latente, non si sveglierebbe e, quindi, non evolverebbe in Aids”.
“Non si tratta di una cura per il virus”, precisa Harrich. “Con un trattamento come questo si manterrebbe un sistema immunitario sano”. L’applicazione di questa terapia porterebbe vantaggi anche al di là del controllo della proliferazione dell’Hiv, incidendo anche sui costi dei trattamenti. Le attuali soluzioni che permettono di limitare la replicazione del virus prevedono infatti terapie che, essendo basate sull’assunzione vita natural durante di farmaci, hanno un peso economico non trascurabile.
Commentando i risultati ottenuti, Harrich dice: “In passato sono stato vicino a gettare la spugna. Ma oggi sono fiducioso. Mi sento molto fortunato – ha concluso – perché non molti scienziati riescono a restare sullo stesso soggetto abbastanza a lungo per vedere questo genere di sviluppi”. Il prossimo passo sarà la sperimentazione sugli animali, che dovrebbe iniziare già quest’anno.