Ipertensione: la denervazione renale, futuro della terapia contro ipertensione
”Promettenti e incoraggianti risultati” per i malati di ipertensione resistente ai farmaci presentati a Milano: la denervazione renale si conferma una tecnica valida per la riduzione della pressione arteriosa. L’ipertensione e’ tra le maggiori cause di mortalita’ prematura e di malattie cardio-cerebro-vascolari, come le malattie cardiache, l’ictus e l’insufficienza renale. E’ definita come ”killer silenzioso” perche’ spesso asintomatica. Ha proporzioni pandemiche, affligge piu’ di un miliardo di persone nel mondo e il costo indotto e’ di 500 miliardi di dollari all’anno, la terapia farmacologica e’ insoddisfacente nel 25% dei pazienti. L’ipertensione resistente invece non puo’ essere controllata farmacologicamente. I pazienti che ne soffrono hanno una pressione sanguigna sistolica superiore a 140 mmHG nonostante l’assunzione contemporanea di tre o piu’ farmaci anti-ipertensivi.
La denervazione renale, intervento innovativo e poco invasivo, consiste nell’ablazione delle fibre simpatiche che collegano il rene con il sistema nervoso centrale per ottenere una riduzione durevole della pressione arteriosa oltre a effetti favorevoli su patologie associate. Il rene svolge un ruolo centrale sullo sviluppo dell’ipertensione attraverso molti meccanismi. Uno di questi e’ rappresentato dal sistema nervoso simpatico, le cui fibre giungono al rene correndo lungo e all’interno delle arterie renali. Attraverso queste fibre il sistema simpatico controlla gli stimoli che dal cervello arrivano al rene, con effetti sulla pressione. Il rischio di morte cardiovascolare raddoppia ad ogni aumento di 20mmHg sopra il valore di pressione normale. La denervazione renale si effettua tramite l’inserimento di un catetere all’interno dell’arteria renale e la disattivazione selettiva delle terminazioni del nervo simpatico, che influisce sul funzionamento e sulla risposta degli organi principali responsabili della regolazione della pressione: cervello, cuore, reni e vasi sanguigni. E’ stato clinicamente dimostrato che una disattivazione selettiva della funzione nervosa diminuisce la pressione sanguigna sistolica. [one_fourth last=”no”]
[/one_fourth]Arrivano oggi nuove conferme dei benefici clinici della denervazione renale, come ha sottolineato Bruno Damascelli, Ex Primario di Radiologia, Istituto dei Tumori di Milano e oggi Consulente esecutivo per la Radiologia Interventistica dell’Ospedale di Alzano Lombardo (BG) e di GVM Emo Centro Cuore Columbus (MI): ”La denervazione renale si sta affermando per la sua efficacia come tecnica non farmacologica per il controllo dell’ipertensione e conta ormai piu’ di 5.000 interventi eseguiti in Europa. L’evoluzione tecnologica l’ha gia’ resa piu’ efficace, riproducibile e meno operatore dipendente. L’applicazione corrente apre a nuove frontiere di grande impatto clinico e sociale come l’insufficienza renale cronica, l’apnea del sonno e il diabete insulino resistente”