Botox: un pò veleno, un pò medico, la doppia valenza di una tossina
La neurotossina nota per il suo uso in campo estetico ha anche diverse frecce all’arco per quanto riguarda le implicazioni mediche. Secondo uno scienziato, la tossina botulinica potrebbe essere trasformata in un farmaco straordinario per il trattamento di una serie di condizioni debilitanti
Sarebbe un bel salto di qualità per la tossina botulinica (nota come Botox), passare da rimedio contro gli inestetismi a rimedio medico per condizioni debilitanti come, per esempio, l’emicrania cronica, la paralisi cerebrale e anche la malattia di Parkinson.
Dalle rughe alle malattie dunque. Secondo lo scienziato Enrico Ferrari, infatti, il potente e mortale veleno sintetizzato dal Clostridium botulinum – il Botox – potrebbe essere utilizzato nella creazione di un farmaco altrettanto potente.
Il dottor Ferrari, dell’University School of Life Sciences presso l’Università di Lincoln (UL) nel Regno Unito, sta infatti lavorando al perfezionamento della proteina Botox, di cui illustrerà le applicazioni in una vasta gamma di disturbi neurologici, durante una conferenza pubblica che si terrà alla UL il 19 marzo 2013 e che avrà per titolo “Beyond Botox: molecular engineering and the design of new therapeutics”.
«Molti antidolorifici alleviano il dolore temporaneamente e hanno vari effetti collaterali – spiega nel comunicato UL il dottor Ferrari – Il punto di forza di questa molecola è che il sollievo dal dolore può durare fino a sette mesi, in un modo simile alle iniezioni [estetiche] di Botox che durano per diversi mesi. L’ingegnerizzazione di questo tipo di tossina ha molti usi e offrirebbe un notevole miglioramento della qualità della vita per le persone che soffrono di dolore cronico».
In un precedente studio, condotto presso il Medical Research Council Laboratory of Molecular Biology di Cambridge – studio coordinato dal professor Bazbek Davletov – il dottor Ferrari e colleghi hanno sviluppato un nuovo modo di unire e ricostruire gli elementi della neurotossina Clostridium botulinum in modo tale da eliminare gli effetti tossici indesiderati. A questo proposito si tenga presente che, allo stato naturale, bastano soltanto 150 nanogrammi per uccidere una persona – una dose infinitesimale quindi.
«La tossina re-ingegnerizzata ha caratteristiche molto simili [a quella naturale] – sottolinea Ferrari – è sì ancora in grado di bloccare il rilascio della neurotrasmissione, ma l’effetto di paralisi è molto minore perché abbiamo scoperto un modo per impedire alla tossina di raggiungere i muscoli».
Nuova vita dunque per il Botox che, da quando è apparso sul mercato, non ha ancora smesso di far parlare di sé.