Dal Min. Balduzzi: niente guerra a “Stamina foundation”, ma diritto di conoscere i loro protocolli
”Come ministro non ho il potere di far riprendere alcuna terapia con un tratto di penna, interferendo con le decisioni dell’autorita’ giudiziaria. L’atto dell’Aifa di bloccare le attivita’ di Stamina presso gli Spedali civili di Brescia e’ un atto dovuto, e non certo perche’ ci sono delle irregolarita’ burocratiche. Le ispezioni e le verifiche condotte da molti mesi e da piu’ organi hanno trovato gravi anomalie e problemi di sicurezza, che mettono quelle procedure fuori dalle leggi europee e italiane. La soluzione che stiamo cercando per Sofia, non e’ semplice e parte dal suo caso eccezionale, ma non cambia la sostanza di quel provvedimento, che non puo’ essere ritirato finche’ non ci sono da parte di Stamina i necessari passi avanti per modificare la situazione”. Cosi’, il ministro della Salute, Renato Balduzzi, sulla sua pagina Facebook in un messaggio sul caso della piccola Sofia, la bambina affetta da leucodistrofia metacromatica i cui genitori il Ministro ha incontrato ieri. ”Nessuno – ribadisce – sta facendo una guerra alle terapie staminali, che sono la frontiera della medicina di oggi e una grande speranza contro malattie terribili, e il Ministero e’ in prima linea nel supporto alla ricerca.
In Italia ci sono numerose possibilita’ terapeutiche con le staminali ragionevolmente sicure e per questo gia’ accessibili anche quando non hanno concluso l’iter delle sperimentazioni”. E, aggiunge, ”non c’e’ nessuna persecuzione nei confronti di Stamina e dei suoi responsabili. Le inchieste dei magistrati faranno il loro corso e fino a prova contraria vale la presunzione di innocenza. Ugualmente, il metodo Stamina va sperimentato e comprovato scientificamente e i suoi responsabili hanno il diritto e il dovere di farlo. Ma questo deve avvenire in condizioni di totale sicurezza per i pazienti e nel rispetto delle regole che la scienza si e’ data. L’accesso alle cure compassionevoli e’ un diritto di civilta’, ma anche i malati gravissimi, anche i malati terminali vanno difesi nella loro dignita’: nessuno deve usarli come cavie, nessuno deve dare loro false speranze. Molte perplessita’ sull’atteggiamento di Stamina (e dei media che la supportano) sono state espresse per prime, gia’ da anni, anche da molte associazioni di famiglie di bambini ammalati (da quelli affetti da SMA a quelli distrofici).[one_fourth last=”no”]
[/one_fourth] Certamente loro non possono essere accusati di avere fantomatici interessi corporativi o economici da difendere, se non la vita dei loro figli, eppure esprimono dubbi legittimi sul clamore intorno al caso Stamina e su come viene raccontato e strumentalizzato”. ”Se Stamina vuole fare un passo avanti, al di la’ del caso urgentissimo di Sofia, puo’ rendere accessibili e trasparenti i suoi protocolli – conclue – permettere che vengano verificati e sperimentati in condizioni di sicurezza, condividere i risultati finora ottenuti con la comunita’ scientifica. Finora questo Stamina non lo ha fatto, ma la possibilita’ c’e”’.
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