Danni renali acuti: scoperto nuovo biomarker
Scoperto un potenziale indicatore del danno renale acuto. Si tratta della semaforina 3A, un biomarker che, quando rilevato nelle urine, e’ in grado di allertare i medici sulla possibile perdita della funzione renale regolare del paziente. Un nuovo studio condotto da Ganesan Ramesh del Vascular Biology Center del Medical College della Georgia Regents University ha dimostrato che, a poche ore dall’insorgenza del danno renale, l’aumento significativo della proteina semaforina 3A rilevabile nelle urine costituisce un utile campanello d’allarme per intervenire immediatamente e ridurre complicazioni e conseguenze. Il danno renale acuto e’ una diffusa e grave complicazione dell’ospedalizzazione e riguarda circa il sei per cento dei pazienti ospedalizzati nel mondo e il trenta-quaranta per cento degli adulti e dei bambini soggetti ad un intervento di by-pass cardiopolmonare. Circa il dieci-quindici per cento dei danni renali acuti si traduce in danni renali cronici che richiedono dialisi o trapianto.
Il team di ricercatori statunitensi ha scoperto che la semaforina 3A e’ un efficace biomarker della presenza del danno renale acuto a poche ore dall’insorgenza del problema. I test delle urine effettuati su sessanta pazienti pediatrici, in seguito ad un intervento di by-pass cardiopolmonare, hanno dimostrato che alti livelli di semaforina 3A nelle urine identificano con il novanta per cento di affidabilita’ la presenza di danno renale acuto, da due a sei ore dall’operazione. Il valore si normalizza dodici ore dopo l’intervento. Lo studio e’ stato descritto sulla rivista Plos One.