Fumo passivo: come i non fumatori rischiano danni cardiovascolari respirando il fumo altrui
Anche i non fumatori sono a serio rischio malattie cardiache a causa del fumo passivo che, come confermato da una ricerca, può essere più pericoloso di quanto si pensasse
I non fumatori è plausibile possano pensare di essere al riparo dalle malattie cardiache causate dal vizio del fumo. Ma, secondo una nuova ricerca, a quanto sembra non è così quando ci si trovi in qualche modo a respirare il fumo altrui, ossia il fumo cosiddetto passivo.
I ricercatori del Mount Sinai Medical Center hanno difatti scoperto che, rispetto alla fisiologica calcificazione dell’arteria coronaria (CAC) che si è stabilito essere di circa il 18,5 per cento nella popolazione generale, chi è stato o è esposto al fumo passivo si ritrova con una CAC del 26 per cento – aumentando di fatto la probabilità di essere vittima di un attacco di cuore o altro evento cardiovascolare. E quanto più si è stati esposti (o lo si è tutt’ora) al fumo passivo, da bambini o adulti, tanto più aumenta il rischio.
Questo è il primo studio a dimostrare una chiara relazione dose/risposta tra l’esposizione al fumo passivo e i primi segni rilevabili di malattie cardiache.
«In realtà – spiega il professor Harvey Hecht, autore principale dello studio – abbiamo scoperto che l’esposizione al fumo passivo è un fattore di rischio equivalente o maggiore rispetto ad altri più noti come colesterolo alto, ipertensione e diabete. L’esposizione al fumo passivo sembra predire in modo indipendente sia la probabilità che la portata della CAC».
Lo studio è stato condotto su 3.098 persone sane di età compresa tra i 40 e gli 80 anni che non avevano mai fumato – o che avevano fumato meno di 100 sigarette nella loro vita – che erano iscritte al Flight Attendant Medical Research Institute (FAMRI) – International Early Lung Cancer Action Program CT screening program 2005-2012.
L’analisi dei dati raccolti dagli scienziati ha permesso di stabilire una scala di esposizione al fumo passivo che va da bassa a moderata a elevata. Dopo l’aggiustamento per altri fattori di rischio cardiovascolare, le persone esposte al fumo passivo per le rispettive scale avevano il 50, 60 e 90 per cento più probabilità di avere una calcificazione dell’arteria coronarica, rispetto a coloro che hanno riportato una minima esposizione.
I risultati finali dello studio saranno presentati in occasione dell’American College of Cardiology’s 62nd Annual Scientific Session, che si tiene a San Francisco dal 9 al’11 marzo 2013.
Tra questi si è evidenziato come gli effetti evidenti del fumo passivo sulla salute e sulla calcificazione dell’arteria coronaria durino indipendentemente dal fatto che l’esposizione si sia avuta durante l’infanzia o in età adulta.
Secondo il prof. Hecht, questi risultati sottolineano ulteriormente la necessità di far valere i divieti pubblici di fumo e altre misure per ridurre l’inalazione passiva del fumo di sigaretta.
Nel frattempo che si aspettano iniziative in merito, noi possiamo soltanto chiedere a chi fuma di non farlo in nostra presenza o, ancora più a ragione, in presenza di bambini.
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