La settimana del “meno sale”, che solo riducendolo nella dieta riduce rischi infarti e ictus
Limitando il consumo di sale giornaliero da 10 a 5 grammi, si riduce del 23% il pericolo di ictus e del 17% quello di ammalarsi di una patologia cardiaca, come anche il rischio di osteoporosi, calcolosi renale e tumori dello stomaco.
Lo ricordano la Societa’ Italiana di Nutrizione Umana (Sinu) e il Gruppo di lavoro intersocietario per la riduzione del consumo di Sodio in Italia (Gircsi), in occasione della ‘Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale”, da oggi al 17 marzo.
L’Iniziativa, organizzata da World Action on Salt and Health (Wash), ”vuole stimolare l’attenzione del pubblico sull’eccessivo contenuto di sale nei pasti consumati fuori casa e fornire indicazioni a favore di scelte consapevoli, informando in particolare sui benefici effetti sullo stato di salute legati alla riduzione dell’assunzione di sale in eccesso”, spiega Gianvincenzo Barba, segretario della Sinu e ricercatore del Cnr.
Complice anche l’espansione del consumo dei pasti fuori casa, in Italia il consumo medio di sale pro-capite e’ intorno ai 10 grammi al giorno, con il 90% della popolazione (inclusi i bambini e gli adolescenti) che ne consuma oltre il massimo tollerabile definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanita’, ovvero intorno a 5 grammi per gli adulti e meno, in proporzione, nei ragazzi e negli adolescenti.
Da qui, la proposta di un decalogo di semplici misure da poter adottare in casa e fuori: controllare le etichette, non abituare i piu’ piccoli al salato, preferire cibi genuini e freschi a quelli pronti e industriali. E, soprattutto, utilizzare sempre sale iodato. Poster e depliant informativi scaricabili dal sito www.sinu.it.