Tumori: Radiofarmaci che “taggano” i loci malati per intervenire selettivamente
Quello di poter mettere una ‘lettera scarlatta’ sulle cellule malate, che indichi esattamente dove si deve intervenire, e’ probabilmente il sogno di ogni medico, e grazie ai nuovi radiofarmaci in arrivo presto sara’ possibile per alcune delle malattie piu’ diffuse, come l’Alzheimer o il Parkinson, oltre che per molti tumori.
Delle novita’ in questo campo si e’ parlato al congresso dell’Associazione Italiana di Medicina Nucleare e Imaging Molecolare (AIMN) che si e’ appena svolto a Torino, dove e’ stato fatto anche il punto sulle possibilita’ di curare alcuni tumori utilizzando specifici radiofarmaci capaci di agire rilasciando una elevata dose di radiazioni.
I radiofarmaci sono molecole che contengono un isotopo radioattivo. I radiofarmaci utilizzati per gli esami PET si legano a specifici ‘bersagli’ nel corpo, e l’isotopo fa da ‘tracciante’ identificando e marcando l’attivita’ biologica dei ‘bersagli’. Al ‘capostipite’ fluorodesossiglucosio (FDG), usato per le diagnosi dei tumori, stanno seguendo altre molecole specifiche, che interesseranno anche ambiti non-oncologici: ”La PET con FDG ha determinato una svolta diagnostica in oncologia – spiega Sergio Baldari, presidente del congresso – e da altre molecole ci si aspettano grandi cose. In fase di sperimentazione avanzata o prossimi all’approvazione ci sono la F-colina per il carcinoma della prostata, la C-metionina per i tumori cerebrali, il fluoromidazolo per studiare un particolare fenomeno che si associa ai tumori resistenti alle comuni terapie, l’ipossia.
Tutti questi radiofarmaci consentiranno di capire esattamente dov’e’ il tumore e come si sta comportando, permettendo terapie veramente personalizzate”.
”Lo stesso principio si puo’ usare per altre patologie – spiega Baldari – ad esempio la 18F-DOPA, un precursore della dopamina con un isotopo radioattivo del fluoro, puo’ individuare i primi segni della malattia di Parkinson, mentre il florbetapir permette l’identificazione delle placche amiloidee, espressione tipica della malattia di Alzheimer anche in fase iniziale.Infine, il flurpiridaz puo’ essere usato per lo studio della cardiopatia ischemica associta alla coronaropatia aterosclerotica e principale causa dell’infarto miocardico. Per tutte queste patologie si registra un progressivo aumento d’ incidenza nelle popolazioni occidentali, ed in tutte una diagnosi precoce, come quella che possono dare questi radiofarmaci, e’ fondamentale”.
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Accanto alle applicazioni diagnostiche sempre piu’ numerose si stanno pero’ affermando anche i radiofarmaci terapeutici, veri e propri ”’proiettili intelligenti” che abbinano alla possibilita’ di scovare le singole cellule tumorali anche quella di distruggerle con la dose di radiazioni giusta per non ”intaccare” i tessuti sani circostanti. Anche in questo caso c’e’ un ‘capostipite’, il radioiodio usato per il cancro della tiroide, ma l”arsenale’ si sta gia’ ampliando: ”Alcuni tumori cerebrali ed alcuni tipi di linfomi possono essere curati attraverso l’uso di anticorpi specifici radiomarcati – spiega Baldari, che e’ Direttore dell’Unita’ operativa complessa di Medicina Nucleare del Policlinico di Messina – ed ancora nelle metastasi ossee da carcinoma prostatico, in cui da tempo e’ disponibile il 153 Sm -fosfonato, a breve potra’ essere utilizzato un radiofarmaco emittente particelle alfa che nei trials clinici in cui e’ stato impiegato ha mostrato elevata efficacia curativa”.