Artrite reumatoide: tra le possibili cause anche bassi di livelli di testosterone
Bassi livelli dell’ormone testosterone possono essere indicativi di un prossimo sviluppo dell’artrite reumatoide, la malattia infiammatoria cronica che rende difficile e doloroso riuscire a muoversi.
L’artrite reumatoide resta per certi versi ancora un mistero per la scienza.
E’ infatti una malattia cosiddetta a “eziologia sconosciuta”, ossia non se ne conosce ancora la causa. Tuttavia, si sa che è probabilmente una malattia autoimmune – in cui gioca un ruolo il sistema immunitario – e che è accompagnata da un’infiammazione cronica, sistemica e invalidante. E’ altresì una patologia anchilosante e progressiva, che si presenta con evidenti sintomi dolorosi e una difficoltà nei movimenti.
Nel tentativo di dare una risposta alla domanda su come e quali siano le cause di questa invalidante malattia, i ricercatori dell’Università di Lund e l’Università di Göteborg (Svezia), hanno condotto uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla versione online dell’Annals of the Rheumatic Diseases – una rivista del BMJ.
L’ipotesi suggerita dal team di ricerca guidato dal dottor Mitra Pikwer è che bassi livelli di testosterone sia in uomini che donne – ma in particolare nei maschi – siano indicativi di un possibile sviluppo della malattia.
Sebbene questo fattore non è chiaro se contribuisca all’esordio della patologia, le differenze misurate e rilevate tra le persone sane e quelle che hanno sviluppato l’artrite reumatoide fanno pensare a un coinvolgimento degli ormoni.
Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno preso in considerazione i partecipanti allo Swedish Malmo Preventive Medicine Program (MPMP), che è iniziato nel lontano 1974 e ha visto il coinvolgimento di oltre 33mila persone nate tra il 1921 e il 1949.
I soggetti che partecipavano al programma sono stati sottoposti a una serie di test, alla compilazione di un questionario che verteva sullo stile di vita seguito e la salute. Oltre a ciò, sono stati prelevati loro dei campioni di sangue a digiuno.
Il team di ricerca ha svolto un’indagine per identificare i pazienti che avevano ricevuto nel tempo – e fino al dicembre 2004 – una diagnosi di artrite reumatoide. Dopo di che, ha analizzato i campioni di sangue prelevati da 104 uomini che hanno in seguito sviluppato l’artrite reumatoide, e di altri 174 uomini della stessa età che invece non hanno sviluppato la malattia.
Gli anni che sono intercorsi dal prelievo di sangue e la manifestazione della malattia variavano da soggetto a soggetto, ma in linea generale da 1 a 28 – con una media di 13 anni.
Il cosiddetto “Rheumatoid factor”, un anticorpo la cui presenza che indica la gravità della malattia e viene utilizzato per classificare la condizione, era noto al momento della diagnosi per l’83 per cento degli uomini. Di questi, il 73 per cento è risultato positivo, mentre il resto dei partecipanti è risultato negativo.
Dopo aver preso in considerazione quelli che allo stato attuale sono considerati tra i fattori di rischio per l’artrite reumatoide, come il vizio del fumo e l’Indice di Massa Corporea (BMI), i ricercatori hanno concluso che gli uomini con bassi livelli di testosterone nel sangue avevano maggiori probabilità di sviluppare la malattia.
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