Disturbi renali: è anche la velocità di passo di una persona a denunciare eventuale patologia
La bassa velocita’ di camminata delle persone affette da malattie renali e’ risultata correlata a un rischio di mortalita’ piu’ elevato. L’associazione e’ stata dimostrata da uno studio pubblicato sul Journal of the American Society of Nephrology: in presenza di malattia renale cronica gli arti inferiori riducono l’efficienza delle performance di circa il trenta per cento e per ogni 0,1 metri al secondo in meno relativi alla velocita’ della camminata il rischio di mortalita’ si alza del ventisei per cento in un periodo di tre anni. I soggetti con malattia renale cronica hanno maggiori probabilita’ di diventare fragili o disabili e di morire di problemi legati al cuore. I test delle prestazioni fisiche sono spesso utilizzati per valutare la loro salute generale e vulnerabilita’. La ricerca condotta da Baback Roshanravan dell’Universita’ di Washington ha seguito 385 pazienti con insufficienza renale cronica di eta’ media 61 anni. Gli studiosi hanno misurato la forza dell’impugnatura, la velocita’ di cammino abituale, i ritmi di copertura di una distanza a piedi da sei minuti, il tempo impiegato ad alzarsi da una sedia, camminare per quattro metri, girarsi e tornare indietro per risedersi. I partecipanti sono stati seguiti in media per tre anni. Ogni 0,1 metri al secondo in meno di velocita’ di camminata e’ stato collegato ad un rischio del 26 per cento piu’ elevato di morire e ciascun secondo in piu’ di tempo impiegato ad allontanarsi e riavvicinarsi alla sedia e’ stato collegato a un rischio di mortalita’ dell’8 per cento in piu’.
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