Dolore cronico: con un chip potrebbe sparire
Ne soffre una persona su 5, una su 11 quotidianamente. E’ il dolore cronico, un problema molto diffuso, anche se sottovalutato: solo il 2% di chi ne e’ afflitto si rivolge al medico per risolverlo. Pochi sanno infatti che esistono tecniche molto avanzate per migliorare la situazione e veri e propri centri specializzati che hanno come obiettivo la terapia e la cura del dolore.
”Si definisce dolore cronico benigno un dolore che dura da almeno sei mesi le cui cause spesso non sono ben note o, anche se lo sono, non sono curabili: non e’ pertanto piu’ un sintomo, ma diventa una vera malattia- afferma Giovanni Frigerio, medico anestesista specialista del settore -.
Colpisce persone di tutte le eta’, anche giovani, che devono convivere con questo problema per tutta la vita, anche se spesso il dolore e’ tale da essere invalidante e da interferire con le normali attivita’. Si stima che in Europa ogni anno si perdano 500 milioni di giorni lavorativi per questo motivo, con una perdita di ricchezza pari a circa 34 miliardi di euro”.
La terapia convenzionale consiste di solito nella somministrazione di antidolorifici o oppiacei: il problema e’ che, somministrandoli per lunghi periodi, l’effetto tossico puo’ superare quello terapeutico. ”Purtroppo e’ ancora diffusa la convinzione che il dolore debba essere curato solo se oncologico, mentre negli altri casi bisogna sopportare – afferma Frigerio -. Non crediamo che chi soffra debba continuare a farlo: esistono oggi diverse soluzioni per la cura del dolore. Una delle piu’ efficaci, e senza effetti collaterali risulta essere l’elettrostimolazione sottocutanea, una stimolazione elettrica del sistema nervoso che sostituisce il dolore con un altro impulso, che funziona nel 75/80% dei casi ”.
Precursore di questa tecnica e’ il torinese Giancarlo Barolat, considerato uno dei maggiori esperti al mondo in fatto di dolore. Oggi Barolat lavora negli Stati Uniti, dove ha fondato 35 anni fa il Barolat Institute di Denver, mentre in Europa ha aperto nel 2011 il Barolat Neuromodulation Institute Europe ad Appiano Gentile (Como), che si trova all’interno del centro di cura Le Betulle. Qui lavora un team di medici anestesisti che hanno studiato da lui e che con lui collaborano, tra cui Giovanni Frigerio responsabile europeo del Barolat Neuromodulation Institute.
”Le problematiche piu’ frequenti trattate con la neuro stimolazione sono mal di schiena, discopatia, cervicalgia, sciatalgia, esiti di interventi sulla colonna vertebrale, dolori articolari, cefalee, spasticita’ post traumatica, fibromi algia, ma anche Parkinson, algodistrofie, disturbi sfinterici o alla vescica, neuropatie post-herpetiche – afferma Frigerio -. Si tratta di patologie molte diverse, per tutte le quali pero’ la neuro stimolazione ha dato buoni risultati. Una vera novita’ e’ il trattamento delle cefalee, soprattutto quelle definite ‘intrattabili’, per le quali con la neuro stimolazione sottocutanea si ottengono risultati sorprendenti”.
In cosa consiste la neurostimolazione? ”Si innesta un elettrodo sottocute, nella zona all’origine del dolore, in modo che trasmetta degli impulsi elettrici che impediscono di sentire il male – prosegue il dottore -. Si tratta di una tecnica poco invasiva, soprattutto in confronto alle altre soluzioni disponibili come quelle midollari o corticali e praticamente priva di effetti collaterali: non ci sono limiti d’eta’ o controindicazioni. Sono necessarie due sedute: una di prova e l’altra per l’impianto definitivo, che avviene in sedazione in day hospital. Seguono controlli periodici una o due volte l’anno”.
Importante e’ che la neurostimolazione sia eseguita da esperti, altrimenti puo’ non dare i risultati sperati. Spesso si abbina ad altre tecniche, come la stimolazione midollare.
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