Fecondazione eterologa: condiziona le famiglie secondo i giudici, che impongono il divieto
Il Tribunale civile di Milano ha nuovamente rimesso alla Consulta la legge 40 nella parte in cui vieta la procreazione assistita di tipo eterologo, ritenendo fondato il dubbio di costituzionalità di quel divieto.
“Il divieto normativo oggetto di doglianza non garantisce alle coppie cui viene diagnosticato un quadro clinico di sterilità o infertilità irreversibile il diritto fondamentale alla realizzazione della vita privata familiare e il diritto di autodeterminazione in ordine alla medesima”, si legge nell’ordinanza del Tribunale civile di Milano, depositata ieri.
“[Si tratta di un’ordinanza] molto positiva perché vietare la eterologa significa vietare alle coppie malate la genitorialità ed esecitare una discriminazione”, ha detto Massimo Clara, uno degli avvocati che difende una coppia affetta da azoospermia completa che nel 2010 aveva presentato un ricorso al Tribunale civile di Milano per poter accedere all’eterologa.
Lo scorso maggio la Corte Costituzionale non ha cancellato la parte della legge 40 del 2004 che vieta la procreazione assistita di tipo eterologo, restituendo gli atti ai giudici, tra cui quelli di Milano, che l’avevano investita del caso.
La fecondazione eterologa prevede il ricorso a ovociti o gameti non appartenenti alla coppia.