Il farmaco sperimentale faldaprevir+ ha dimostrato un alto tasso di guarigione dal virus HCV e una precoce risposta terapeutica alla terapia in pazienti con epatite C di genotipo 1 naïve al trattamento
Boehringer Ingelheim annuncia i risultati di uno dei suoi studi di Fase III sull’epatite C
- Nello studio clinico di Fase III STARTVerso™1, l’80% dei pazienti trattati con faldaprevir+ in associazione a interferone peghilato e ribavirina (PegIFN/RBV) ha ottenuto l’eradicazione del virus (SVR12)
- L’87-89% dei pazienti ha ottenuto una risposta terapeutica precoce con entrambi i dosaggi utilizzati, permettendo di sospendere il trattamento dopo 24 settimane; l’86- 89% di questi pazienti ha ottenuto la definitiva eradicazione del virus, SVR 12, (risposta virologica sostenuta dopo 12 settimane dal completamento della terapia)
- Faldaprevir+ è stato ben tollerato a entrambi i dosaggi; con il dosaggio più basso non è stato osservato un incremento di effetti collaterali rispetto al braccio di controllo
INGELHEIM,23 aprile 2013 – I risultati dello studio di Fase III STARTVerso™1 con faldaprevir+ (BI 201335), inibitore di proteasi sperimentale in monosomministrazione giornaliera, associato a interferone peghilato α2a e ribavirina (PegIFN/RBV), in pazienti affetti da HCV cronica di genotipo 1, naïve al trattamento, verranno presentati all’International Liver CongressTM (ILC) in corso questa settimana ad Amsterdam. L’endpoint primario dello studio è la risposta virologica sostenuta 12 settimane dopo il completamento del trattamento (SVR12).1
Nello studio STARTVersoTM1, i pazienti in trattamento con faldaprevir+ in associazione a interferone peghilato e ribavirina (PegIFN/RBV) hanno potuto interrompere il trattamento precocemente se alla quarta e alla ottava settimana di trattamento avevano ottenuto una rapida riduzione della carica virale (secondo la definizione del protocollo di ETS –early treatment success- ovvero Successo Terapeutico Precoce*).1 Il Successo Terapeutico Precoce è stato ottenuto dall’88% dei pazienti in trattamento con faldaprevir+1 che hanno così potuto interrompere completamente la terapia alla settimana 24; e l’88% di questi pazienti ha ottenuto la guarigione dal virus (SVR12). Complessivamente, sino l’80% dei pazienti trattati con faldaprevir+ ha raggiunto l’endpoint primario di guarigione dal virus misurato a 12 settimane dal termine della terapia (SVR12)1 contro solo il 52% di quelli che hanno ricevuto placebo più interferone peghilato e ribavirina (PegIFN/RBV).1 L’efficacia delle terapia non è stata condizionata dalla dose di faldaprevir utilizzata. Al dosaggio più basso, 120mg una volta al giorno, il 79% dei pazienti ha raggiunto la guarigione virale (SVR12). Le percentuali di interruzione della terapia per effetti collaterali sono stati paragonabili tra i pazienti trattati con faldaprevir e i pazienti trattati con interferone peghilato e ribavirina.1
“Questi risultati sono incoraggianti poichè lo studio STARTVersoTM1 ha incluso un numero significativo di pazienti con malattia epatica avanzata che ha raggiunto una risposta virologica sostenuta dell’80% con faldaprevir” ha sottolineato il Professor Peter Ferenci dell’Università di Vienna, Principale Investigator dello studio. “E’ estremamente promettente la possibilità di ridurre la durata della terapia precocemente (dopo 24 settimane) ottenendo la guarigione virale, associata ad un buon profilo di sicurezza di faldaprevir”.
Faldaprevir+ è stato ben tollerato e la percentuale di eventi avversi che hanno comportato l’interruzione di terapia è stata simile al gruppo trattato con placebo in associazione con interferone peghilato più ribavirina (5% per i pazienti trattati con faldaprevir+ 120mg contro 4% per i pazienti trattati con placebo).1 In tutti i gruppi trattati con faldaprevir+ sono stati osservati incrementi dei valori di bilirubina non coniugata, reversibili e non associati ad incremento degli enzimi epatici. Non sono state osservate differenze dei principali parametri di laboratorio in tutti i bracci di trattamento. Anemia (11%, 13%, 12%), rash (6%, 8%, 9%) e disturbi gastrointestinali (3%, 7%, 12%) sono stati gli eventi avversi più comuni con grado di severità da 2 a 4, rispettivamente nei bracci di trattamento con solo interferone peghilato e ribavirina, faldaprevir 120mg e faldaprevir 240mg.1
“Questi risultati rappresentano un’importante tappa del nostro ambizioso cammino di sviluppare un’opzione terapeutica efficace e ben tollerata che aumenti considerevolmente le possibilità di guarigione in pazienti difficili da trattare affetti da HCV di genotipo 1. Inoltre, quasi il 90% dei pazienti ha potuto beneficiare di una riduzione della durata del trattamento di 24 settimane” ha affermato il Professor Klaus Dugi, Senior Vice President Medicine di Boehringer Ingelheim. “Ridurre la durata della terapia con interferone rappresenta un notevole beneficio in termini di qualità di vita – oltre agli indubbi vantaggi di assumere una terapia con un ridotto numero di compresse e non condizionata da esigenze dietetiche.”
I risultati di STARTVersoTM1 verranno presentati domani all’International Liver Conference™ (ILC) durante conferenza stampa. Il Professor Peter Ferenci illustrerà i dati in modo approfondito nella sessione Free Presentations – Parallel Sessions including Late-Breaker (Presentazioni Libere – Sessioni Parallele, compresi Late Breaker) sabato 27 aprile, dalle 15:30 alle 17:30.
Presentazione di altri risultati del vasto programma di studi sull’HCV di Boehringer Ingelheim
Oltre a quelli di STARTVersoTM1, Boehringer Ingelheim presenterà altri risultati del suo vasto programma di studi sull’epatite C al 48° Congresso annuale dell’Associazione Europea per lo Studio del Fegato (EASL) ad Amsterdam. Saranno presentati i risultati di una sotto-analisi dello studio di Fase IIb SOUND-C2 sulla terapia senza interferone che che hanno esaminato la correlazione tra tassi di risposta virologica e il grado di fibrosi (abstract #1) un modello farmacocinetico di correlazione fra risposta virologica e livelli di faldaprevir+ o BI 207127 (abstract #1212)4. Lo studio SOUND-C2 ha valutato la terapia senza interferone che associa faldaprevir+ e BI 207127 il potente inibitore non nucleotidico di polimerasi NS5B , più ribavirina.
Lo Studio STARTVerso™1
STARTVerso™1 è uno studio di Fase III in doppio cieco, con faldaprevir+ in associazione a PegIFN/RBV verso placebo. Lo studio ha arruolato 652 pazienti affetti da epatite C cronica di genotipo 1 naïve al trattamento, in Europa e Giappone. I pazienti sono stati randomizzati per ricevere faldaprevir+ 120mg o faldaprevir+ 240mg o placebo una volta al giorno in aggiunta a PegIFN e RBV.
La durata della terapia è correlata al Successo Precoce della Terapia così come definito nel protocollo (virus sotto la soglia di quantificazione alla settimana 4 e sotto la soglia di rilevabilità alla settimana 8). I pazienti che hanno soddisfatto questi criteri hanno ricevuto faldaprevir+ per 12 settimane e PegIFN/RBV per 24 settimane. I pazienti che, invece, non hanno soddisfatto tali criteri hanno continuato il trattamento, il gruppo trattato con faldaprevir 120mg ha proseguito il trattamento per ulteriori 12 settimane; i pazienti randomizzati nel braccio di tgruppo con faldaprevir 240 mg hanno interrotto il trattamento alla settimana 12;entrambi i gruppi hanno continuato PegIFN/RBV per 48 settimane. I pazienti nel braccio di controllo hanno ricevuto placebo per 24 settimane e PegIFN/RBV per 48 settimane.
L’Epatite C
L’epatite C è una malattia infettiva causata dal virus emotropo (veicolato dal sangue) dell’epatite C (HCV) che vive e si replica nel fegato. E’ la principale causa di epatopatia cronica, di epatocarcinoma e di trapianto di fegato.5 L’epatite C cronica è un importante problema di salute pubblica, essendo una delle malattie infettive a maggiore prevalenza mondiale, infatti riguarda circa 170 milioni di persone6 , e ogni anno si verificano 3-4 milioni di nuovi casi.7
Solitamente la malattia non viene diagnosticata subito, in quanto asintomatica e molti pazienti si rivolgono al medico solo quando i sintomi sono evidenti o l’epatopatia è già sviluppata.8 I pazienti in cui la malattia epatica è avanzata sono più difficili da curare, anche se sono quelli che più hanno bisogno di terapie maggiormente efficaci e meglio tollerate.
Il 20% dei pazienti con epatite C cronica sviluppa cirrosi epatica che nel 2-5% dei casi ha un decorso con esito fatale.9 L’epatopatia avanzata causata dall’epatite C è attualmente la principale causa di trapianto di fegato nel mondo occidentale.9
Boehringer Ingelheim in ambito epatite C
Con la sua ricerca all’avanguardia, Boehringer Ingelheim si impegna per trovare le risposte alle sfide improrogabili che ancora oggi i pazienti con epatite C si trovano ad affrontare. L’azienda ha un vasto programma di studi in ambito epatite C, che comprende un’ampia gamma di pazienti, fra cui quelli in cui è più difficile ottenere la guarigione, che i medici osservano quotidianamente nella loro attività clinica.
Faldaprevir+ è un inibitore di protesi ottimizzato di seconda generazione che Boehringer Ingelheim sta sviluppando come principale farmaco in regimi terapeutici sia senza che con interferone.
Nei regimi con interferone faldaprevir+ ha la potenzialità di migliorare le percentuali di guarigione, oltre a offrire la facilità della monosomministrazione giornaliera, e nessuna prescrizione alimentare per l’assunzione. Faldaprevir+ ha dimostrato la sua efficacia in una vasta gamma di pazienti con epatite C di genotipo-1a e 1b. Il programma di studi STARTVersoTM , che comprende pazienti naïve al trattamento, già trattati e pazienti con HCV e HIV concomitanti, è quasi completato.
Il farmaco sperimentale BI 207127 è un potente inibitore non nucleotidico di polimerasi NS5B, specificatamente ottimizzato per il trattamento di pazienti con epatite C di genotipo-1b. Gli studi di Fase III HCVersoTM, che indagano il regime terapeutico senza interferone con BI 207127 in associazione a faldaprevir+ e ribavirina sono in fase avanzata.
Nell’ambito del suo impegno di lungo termine in ambito epatite C Boehringer Ingelheim sta valutando anche altre terapie combinate con farmaci sperimentali che agiscono con meccanismi diversi. La recente collaborazione di Boehringer Ingelheim con Presidio Pharmaceuticals, Inc. su uno studio clinico di Fase II che esamina una terapia combinata, per via orale, senza interferone, è parte dell’incessante attività di ricerca dell’azienda, volta a scoprire e sviluppare opzioni terapeutiche innovative per l’HCV.
Boehringer Ingelheim
Il gruppo Boehringer Ingelheim è una delle prime 20 aziende farmaceutiche del mondo. Il gruppo ha sede a Ingelheim, Germania, e opera a livello globale con 145 affiliate e più di 44.000 dipendenti. Sin dalla sua fondazione nel 1885, l’azienda a proprietà familiare si dedica a ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti innovativi dall’elevato valore terapeutico nel campo della medicina e della veterinaria.
Operare in maniera socialmente responsabile è un punto centrale della cultura e dell’impegno di Boehringer Ingelheim. La partecipazione a progetti sociali, l’attenzione ai propri dipendenti e alle loro famiglie, l’offerta di pari opportunità per tutti i dipendenti costituiscono le fondamenta delle attività del gruppo a livello mondiale. Mutua collaborazione e rispetto, al pari della tutela e della sostenibilità ambientale sono parte integrante di ogni iniziativa che Boehringer Ingelheim intraprende.
Per maggiori informazioni visitate il sito www.boehringer-ingelheim.com