Tumori: colesterolo “traghettatore amico” in trattamenti con terapia genica

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Zattere di colesterolo per traghettare farmaci antitumorali all’interno delle cellule malate. Da bersaglio da colpire, il grasso più odiato dai salutisti si trasforma in possibile alleato contro il cancro. Una navicella sulla quale caricare, per esempio, pezzetti di Dna o Rna capaci di riprogrammare le cellule del tumore attraverso una terapia genica. In uno studio pubblicato sulla rivista Therapeutic Delivery, un gruppo di scienziati dell’University of Colorado Cancer Center (Usa) dimostrano il possibile impiego del colesterolo come ‘cavallo di Troia’ attraverso il quale ingannare la parete cellulare – naturalmente composta da grasso – per permettere alle sostanze da veicolare di arrivare dove dovrebbero.
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In particolare, secondo Tom Anchordoquy e colleghi, il colesterolo potrebbe essere sfruttato come ‘Caronte’ per introdurre nelle cellule tumorali porzioni di acidi nucleici per i quali “esistono molte applicazioni terapeutiche promettenti”, ricorda lo scienziato. “Ma siccome non possono attraversare la membrana cellulare, la sfida principale è riuscire a farli entrare nelle cellule malate”. Sfida che l’équipe americana spera di vincere: “Abbiamo utilizzato queste zattere sintetiche” di colesterolo “per portare all’interno delle cellule un gene capace di renderle fluorescenti. In questo modo, infatti, possiamo vedere quanto carico” messo sulla zattera “è arrivato a destinazione. In futuro cercheremo di spedire nelle cellule altri carichi, come microRna che possono riprogrammare l’espressione genetica cellulare”.

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