Cancro ai polmoni: da oggi l’AIFA ha approvato un’arma terapeutica in più
”Grazie all’impegno dell’Associazione Italiana Oncologia Toracica oggi i malati di tumore al polmone possono contare su un’arma terapeutica in piu’.
L’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA), ha infatti deciso di accogliere la domanda dell’AIOT e ha inserito il crizotinib nell’elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale, ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 648, per il trattamento di pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule pretrattato e con traslocazione del gene ALK. Questo significa che in attesa del completamento di tutto l’iter burocratico per l’inserimento del farmaco nella pratica clinica, non e’ piu’ necessario ricorrere all’uso compassionevole ma tutti i pazienti possono accedere a questa terapia che si e’ dimostrata di grande efficacia”: non nasconde la soddisfazione per questo obiettivo raggiunto Cesare Gridelli, presidente dell’AIOT e Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia A.O.R.N ”S.G.Moscati Avellino”. ”I pazienti con questo tipo di tumore – spiega – non potevano aspettare un giorno di piu’, perche’ questa malattia non concede loro il tempo di aspettare che tutto l’iter burocratico-amministrativo della registrazione di un farmaco in Italia compia il suo percorso. I dati hanno dimostrato che questo farmaco e’ cosi’ efficace in determinati pazienti che l’AIFA ha deciso di inserirlo in un elenco speciale mettendo cosi’ gli oncologi in grado di somministrarlo ancor prima che l’iter di registrazione sia completato. Ha accolto una richiesta fatta dall’AIOT a fronte di tutta una serie di studi clinici che dimostravano l’efficacia della terapia e l’importanza di compiere questo passo”.
”Tumore al polmone, la terapia personalizzata e’ una realta’. Una grande opportunita’ per il paziente ma anche un impegno e un dovere per il clinico che, in fase di diagnosi, non puo’ piu’ non tener conto dell’importanza dell’esame del tessuto”, sottolinea Filippo de Marinis, Direttore della I Unita’ Operativa di Pneumologia Oncologica dell’Ospedale San Camillo di Roma e Past President dell’Associazione Italiana Oncologia Toracica (AIOT), che osserva: ”Se questo tipo di analisi fino a ieri era un passaggio che sarebbe stato meglio fare, oggi e’ un atto doveroso nei confronti del paziente se si vuole garantire la migliore terapia possibile. Per combattere l’adenocarcinoma polmonare con le migliori armi farmacologiche a disposizione dobbiamo partire dalla diagnosi molecolare per poter somministrare farmaci ‘a bersaglio’.
Sapere se un paziente con adenocarcinoma polmonare ha la mutazione EGFR (per la quale c’era gia’ un farmaco a disposizione) o la mutazione di ALK significa far percorrere a quel paziente una strada piuttosto che un’altra, significa offrirgli un’opportunita’ terapeutica importante ed efficace li’ dove la chemioterapia in prima linea e’ molto meno efficace, significa offrirgli tempo e qualita’ di vita”.