Testing-for-Narcolepsy


Un calo dell’attenzione o la sonnolenza diurna possono essere conseguenza di ciò che si mangia. Secondo un nuovo studio la causa sarebbe da ricercare in un maggiore consumo di grassi. Effetti diversi invece con l’assunzione di proteine o carboidrati

Capita a molti di essere colpiti dalla fastidiosa sonnolenza postprandiale o diurna. Insieme a questa, poi, spesso si accompagna un calo dell’attenzione e delle prestazioni in generale.
A cosa può essere dovuto tutto questo? Secondo un nuovo studio, la causa sarebbe da ricercare nel cibo che si è consumato e, in particolare, nei cibi ad alto contenuto di grassi.Testing-for-Narcolepsy

Ad aver scoperto le differenti influenze sulla vigilanza e l’essere più o meno svegli dopo un pranzo sono stati i ricercatori del Pennsylvania State College of Medicine di Hershey, coordinati dallo psichiatra Alexandros Vgontzas.
I risultati dello studio, pubblicati in anteprima sulla versione online di SLEEP, saranno presentati a Baltimora dal 1 al 5 giugno in occasione di “SLEEP 2013”, the 27th annual meeting of the Associated Professional Sleep Societies LLC.

Il team di ricerca ha reclutato 31 adulti sani di età compresa tra i 18 e i 65 anni, non obesi, che non avevano problemi di sonno notturno né apnee notturne.

I partecipanti sono stati invitati a trascorrere quattro notti consecutive in un Laboratorio del Sonno. Durante il loro soggiorno di studio, ai volontari sono stati serviti 5 pasti, formati da diversi tipi di cibo al fine di valutare il diverso impatto della dieta.
Il quarto giorno la sonnolenza oggettiva è stata valutata con il Multiple Sleep Latency Test (MSLT).

I risultati dello studio hanno mostrato che un maggior consumo di grassi è associato a un aumento oggettivo della sonnolenza diurna, mentre una maggiore assunzione di carboidrati è stata associata a un aumento della vigilanza. Infine, non vi era alcuna relazione tra il consumo di proteine e la sonnolenza o la vigilanza.
Tutti i risultati restavano tali indipendentemente dal sesso dei soggetti, l’età, l’Indice di Massa Corporea (BMI), l’apporto calorico totale, così come la quantità totale di sonno.

«Pare che una dieta ricca di grassi diminuisca la prontezza e l’acume – spiega Vgontzas – e questo può avere un impatto sulla capacità di un individuo di operare e anche sulla sicurezza pubblica».
«Il maggiore consumo di grassi – aggiunge Vgontzas – ha un effetto avverso acuto sulla prontezza di adulti sani, non obesi».
Per dunque evitare di essere sonnolenti, poco pronti e attivi, evitiamo di assumere cibi grassi durante il pranzo.

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