Dolore cronico per 1 marchigiano su 4. Il 18 maggio a Senigallia, ortopedici “a scuola” per imparare a gestirlo

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Senigallia, 17 maggio 2013 – Il 25% degli abitanti delle Marche combatte, più o meno frequentemente, contro un dolore di natura cronica, che nel 67% dei casi è dovuto ad artrosi e osteoartrosi. dolore_cronicoLa frequenza e la rilevanza del dolore nelle patologie osteoarticolari fa comprendere il ruolo centrale dello specialista ortopedico, chiamato sempre più spesso a gestire nella pratica clinica pazienti che soffrono. Per formare ortopedici, fisioterapisti e medici di famiglia a un adeguato trattamento del problema, Senigallia ospiterà il 18 maggio il corso di aggiornamento Update in chirurgia ortopedica. Legge 38/2010 e gestione del dolore, che si terrà presso il City Hotel Senigallia sul Lungomare Dante Alighieri.

“Le patologie osteoarticolari, che interessano il 30-40% della popolazione marchigiana per raggiungere l’80-90% negli over 70, sono causa di un dolore che si protrae negli anni e che diviene quindi cronico. La terapia medica, da sola o associata a gesti chirurgici, può alleviare, ridurre o eliminare questi disagi”, dichiara Salvatore Ceccarelli,  Direttore dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale di Senigallia, tra i relatori dell’incontro. “Questo corso vuole offrire un aggiornamento interdisciplinare, al fine di raggiungere il benessere del paziente. Un aspetto molto importante che verrà trattato è quello della gestione del dolore chirurgico, se si considera che solo nella nostra regione vengono operati di protesi articolari (anca, ginocchio, spalla) circa 4.000 pazienti l’anno, per altre patologie osteoarticolari ne vengono operati circa 8.000 e, nella provincia di Ancona, si impiantano circa 1.400 protesi l’anno. La qualità finale di un’operazione, oltre che dalla “bontà” del gesto chirurgico, dipende anche da un programma riabilitativo intensivo precoce che richiede un impeccabile trattamento della sintomatologia dolorosa. Quando il paziente non ha dolore il programma riabilitativo è prodigo di soddisfazioni sia per lui sia per il chirurgo”.

Ettore Battisti, Dirigente Medico del Servizio di Anestesia – Rianimazione – Terapia Antalgica Area Vasta 2 Senigallia, sottolinea l’importanza della gestione del dolore in ambito osteoarticolare, anche quando non si rende necessario l’intervento chirurgico: “Considerando che le prime tre cause di dolore cronico non oncologico sono rappresentate da traumi, ernia discale e soprattutto patologie osteoarticolari, un incontro tra specialisti della medicina del dolore e ortopedici potrà suggerire un approccio terapeutico orientato non solo all’intensità della sofferenza ma anche al meccanismo patogenetico. In quest’ottica, un efficace trattamento antalgico dovrebbe accompagnare il paziente ortopedico sia nelle fasi pre e post operatorie, sia in quei casi in cui l’intervento non è possibile o non risolutivo della patologia dolorosa. Fornire un quadro esaustivo della farmacologia, puntualizzare il ruolo degli oppiacei nel controllo del dolore moderato-grave e illustrare le recenti innovazioni che consentono un maggiore controllo degli effetti collaterali sarà uno degli obiettivi fondamentali dell’incontro”.

La Legge 38 sulla terapia del dolore e le cure palliative, varata nel marzo 2010, si è proposta di tutelare il diritto a non soffrire per i 15 milioni di italiani con dolore, attraverso un equo accesso a un’assistenza qualificata e un approccio terapeutico più appropriato. “Anche nella regione Marche – aggiunge Battisti – come nel resto d’Italia, è aumentato il consumo dei farmaci analgesici oppioidi, ma rimane notevolmente al di sotto della media europea. È in via di realizzazione una rete per le cure palliative e per la terapia del dolore. Negli ospedali la rilevazione del dolore come parametro vitale è una realtà così come un adeguato trattamento antalgico post operatorio. Molto c’è ancora da fare, soprattutto per quanto riguarda il coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale, punto di partenza del percorso diagnostico-terapeutico del paziente con dolore o con necessità di cure palliative domiciliari”.

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