Le salamandre ci suggeriranno una via per la rigenerazione dei tessuti
Specie che vive nei fondali messicani
Sembra una mutazione fantascientifica degna di Spiderman. Ed invece l’idea che studiando le salamandre si possa far tesoro della capacità di ricrescita di intere parti del corpo per le amputazioni umane è realtà. Ricercatori austrialiani sono sulle tracce del mistero di Axolotl, un anfibio degli urodeli anche noto come “pesce che cammina” (Ambystoma mexicanum) per via delle curiose protuberanze simili ad arti con i quali si fa strada nei fondali rocciosi.
L’anfibio antropomorfo, al centro di numerosi studi sull’evoluzione umana, ha una caratteristica che lo rende quasi unico: la capacità di rigenerare le parti del corpo che perde. Ma interrompendo l’azione dei macrofagi, cellule immunitarie programmate per fare pulizia delle scorie, compresi batteri e altri “infiltrati” delle ferite, il miracolo della ricrescita si ferma. Lo studio, pubblicato su Pnas, ha individuato l’interruttore immunitario della rigenerazione, con implicazioni importanti per l’uomo: nelle salamandre i tessuti rinascono senza cicatrici, “caratteristica che avrebbe benefici per condizioni come le malattie di fegato e di cuore legate alla fibrosi o alla cicatrizzazione dei tessuti”, spiega uno degli autori dello studio, James Godwin.
Secondo uno studio precedente dello stesso team pubblicato da Nature Communications Axolotl possedeva anche un sistema in grado di percepire l’elettricità. Un altro carattere che si è perduto durante l’evoluzione. Dall’anfibio, infatti, discenderebbero molti vertebrati tra i mammiferi e secondo alcuni l’uomo. Che non percepisce più l’elettricità. ”Significa che abbiamo disattivato questo perfetto processo di rigenerazione, trasformandolo in un fallimento del genere che normalmente si riscontra nei mammiferi”, ricordava James Godwin su Proceedings of the National Academy of Sciences.