Sonno: se lo si perde, la ricerca è in grado di spiegarvi perché
Il problema dell’insonnia non si risolve più contando le pecore, ma con metodi scientifici. I ricercatori europei hanno infatti creato “laboratori del sonno” per studiare i fattori biomedici e sociologici che ci tengono svegli la notte.
I laboratori del sonno sono stati creati nell’ambito del progetto SLEEP RESTRICTION (“The Biomedical and Sociological Effects of Sleep Restriction”), che ha studiato gli effetti degli stili di vita moderni (spesso frenetici) sulla qualità del sonno. I ricercatori sostenuti dall’UE non solo hanno esaminato lo stato fisico e mentale di chi soffre di privazione del sonno, ma hanno esaminato anche gli aspetti sociologici per determinare come questa possa influenzare il comportamento e la salute umana.
Il progetto, coordinato dalla dott.ssa Tarja Porkka Heiskanen dell’Università di Helsinki, ha usato vari esperimenti di privazione del sonno nelle condizioni controllate dei suoi laboratori. In uno studio, i ritmi del sonno di uomini giovani e sani sono stati limitati ad appena quattro ore per notte per un periodo di cinque giorni, seguito da due notti di sonno normale. I risultati suggeriscono che la privazione del sonno induce cambiamenti del metabolismo dell’energia del corpo, del sistema immunitario e del sistema nervoso autonomo. Hanno rivelato inoltre che la riduzione del sonno potrebbe causare infiammazioni e stress ossidativo e di conseguenza innescare meccanismi coinvolti nelle malattie cardiovascolari.
Lo studio ha esaminato anche 97 altre persone per determinare l’impatto dei disturbi del sonno sulle funzioni metaboliche, endocrine e immunitarie. Gli scienziati del progetto hanno condotto esperimenti su pazienti affetti da vari disturbi del sonno, come la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, la sindrome delle gambe senza riposo e l’insonnia primaria.
Hanno scoperto che il grado del disturbo è inversamente proporzionale alle misurazioni della continuità del sonno. Quando hanno studiato gli aspetti sociologici della privazione del sonno, hanno scoperto che le analisi quantitative mostravano una connessione tra uno stato sociale svantaggiato e alti livelli di problemi del sonno. Anche orari di lavoro pesanti e lunghi spostamenti per raggiungere il posto di lavoro sono stati associati a un sonno più breve tra i soggetti studiati.
La ricerca svolta nell’ambito del progetto ha dimostrato che in Italia, il peso delle cure nell’ambito della famiglia tende a essere sopportato dalle donne. Le interviste hanno rivelato che le donne che si prendono cura di bambini piccoli o adulti che vivono in casa dormono male. I più alti livelli di disturbi del sonno però sono stati riscontrati tra le donne che si occupano di familiari anziani e deboli.
Un sondaggio tra donne inglesi di mezza età ha rivelato che le donne con uno status socio-economico più basso, e in particolare le donne con un basso livello di istruzione, hanno maggiori probabilità di soffrire di disturbi del sonno.
È evidente che tutti hanno avuto esperienze di affaticamento, cattivo umore o mancanza di concentrazione in seguito a una notte insonne. Questa mancanza di sonno però, specialmente se è regolare, può essere associata a conseguenze a lungo termine per la salute, come malattie croniche quali il diabete, l’ipertensione e la cardiopatia, e queste malattie possono portare a una più breve aspettativa di vita. Altri studi di ricerca mostrano che anche dormire abitualmente più di nove ore è associato a problemi di salute.
Alcuni di questi argomenti saranno affrontatati in occasione della “Ricerca europea di base e clinica sul sonno verso Orizzonte 2020” il 3 maggio a Bruxelles. Questo incontro fa parte del programma per il Mese del cervello, che sarà organizzato a maggio 2013 nell’ambito dell’iniziativa della direzione generale della Ricerca e dell’innovazione (direzione per la Salute) della Commissione europea. Durante l’evento diversi membri e funzionari dell’ESRS si rivolgeranno a funzionari dell’UE di diverse commissioni e DG per quanto riguarda le attività in corso e gli obiettivi delle principali Reti europee per la ricerca sul sonno e per la medicina del sonno, in termini dell’impatto sulla scienza, la salute, l’educazione e il lavoro/sicurezza nelle strade. In particolare si discuterà il bisogno di un invito specifico sul sonno nel prossimo programma quadro Orizzonte 2020.
Per maggiori informazioni, visitare:
SLEEP RESTRICTION
http://www.sleep.fi/frontpage.asp?route=3402.3455
Società europea di ricerca sul sonno (ESRS)
http://www.esrs.eu/home.html