Antibiotico e proteina bloccano il desiderio e quindi la dipendenza da cocaina
Riuscire a fermare il desiderio di droga. Una proteina del cervello e un antibiotico per bloccare la dipendenza da cocaina. A rivelarlo è uno studio dell‘Indiana University, negli Stati Uniti, pubblicato suThe Journal of Neuroscience che potrebbe portare in futuro a nuove terapie per combattere le tossicodipendenze. Gli scienziati statunitensi hanno verificato, sui topi, il meccanismo di funzionamento di una proteina, si chiama Glt1, che blocca nel cervello i recettori del glutammato, un amminoacido fondamentale per il metabolismo. Svolge infatti un ruolo preciso nella risposta agli stimoli da dipendenza, compreso quello per la cocaina. Spegnere o attivare il circuito cerebrale del glutammato può contribuire a frenare questi comportamenti associati alle dipendenze da stupefacenti.
Fermare l’impulso. “Il desiderio della sostanza dipende dal rilascio di glutammato, un neurotrasmettitore che ha un ruolo fondamentale nei comportamenti delle persone – spiega George Rebec, docente del dipartimento di Neuroscienze dell’Indiana University – . E’ associato agli stimoli collegati all’assunzione della droga. Quando le persone dipendenti da cocaina sentono questi stimoli, la voglia riprende e riprendono a drogarsi, anche dopo un lungo periodo di astinenza”. Questa stessa logica funziona anche sui topi da laboratorio, come hanno dimostrato gli studiosi nei loro test. I topolini sottoposti a un periodo di astinenza da cocaina e in seguito trattati con l’antibiotico, si liberano dal desiderio di cocaina. Se ricevono il ceftriaxone, antibiotico usato per il trattamento della meningite, i livelli di Glt1 aumentavano e diminuiva il desiderio dello stupefacente.
Si tratta del primo studio che localizza gli effetti del ceftriaxone sul nucelo accumbens e che mostra che questo farmaco può agire dopo lunghi periodi di privazione di cocaina. I piccoli ratti sottoposti al test erano completamente ‘dipendenti’ dalla cocaina e avevano comportamenti analoghi ai tossicodipendenti. A questo punto resta da capire come mai la cocaina riesce a far diminuire i livelli della proteina Glt1 e se lo stesso meccanismo funziona anche su altre dipendenza da droga.
La dipendenza si combatte con il laser. Secondo un recente studio del National Institutes of Health e della University of California di San Francisco, un fascio di luce laser ‘sparato’ sul cervello può essere uno strumento per combattere le dipendenze da droga. I ricercatori hanno usato il laser e sono riusciti a cancellare la dipendenza da cocaina in alcuni topi di laboratorio. La luce attiva infatti i circuiti nervosi di autocontrollo e decisioni razionali (posti nella corteccia prefrontale) e in questo modo ‘spegne’ l’urgenza e l’impulso incontrollato di assumere sostanze stupefacenti. La scoperta è stata pubblicata sulla rivistaNature ed è firmata da uno scienziato italiano, Antonello Bonci. La ricerca suggerisce indirettamente un metodo potenziale per cancellare la dipendenza da cocaina: agire, in modo non invasivo e indolore, direttamente sul cervello dei tossicodipendenti attraverso la stimolazione magnetica transcranica (TMS), una tecnica già in uso clinico per altre malattie come la depressione, che consiste nello sparare una corrente dall’esterno poggiando una sonda sulla testa.
Con la Tms, secondo lo scienziato, si può andare ad attivare la corteccia prefrontale, ottenendo gli stessi risultati raggiunti nei topi con l’utilizzo del fascio di luce.
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