Epatite C: l’allarme dei microbiologi. Alla fine non abbiamo un vaccino
E’ necessaria una campagna informativa in Italia per sensibilizzare la popolazione sul problema dell’epatite C. Negli Stati Uniti, il CDC (Center for Disease Control) sta conducendo una campagna che l’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI) auspica si realizzi anche in Italia: ”Non esiste – spiegano gli specialisti – una vera arma di prevenzione contro il virus che causa l’Epatite C. Attualmente sono disponibili solo cure attraverso farmaci nuovi e ben tollerati, al contrario delle Epatiti A e B per le quali esiste un vaccino. Ma il problema e’ che la maggior parte delle persone affette da Epatite C non sa di averla contratta; in aggiunta il virus e’ molto infettivo e facilmente trasmissibile. La combinazione di questi fattori e’ causa di una vera e propria epidemia nascosta”.
In Europa si stima che siano oltre 9 milioni le persone con Epatite C cronica. In Italia l’incidenza ”conosciuta” di infezione da HCV e’ 0,2 per 100.000 (0,0, 0,4, 0,2, rispettivamente per le fasce d’eta’ 0-14, 15-24, e ?25 anni), ma questi dati ufficiali sono largamente sottostimati a causa della ”natura nascosta” del virus stesso.
I maggiori fattori di rischio sono gli interventi chirurgici, l’esposizione percutanea in corso di trattamenti cosmetici, i rapporti sessuali e il contatto diretto con sangue infetto. I risultati delle ricerche evidenziano che i piu’ esposti al contagio sono i maschi giovani.
”L’infezione acuta – spiega Pierangelo Clerici, Presidente AMCLI – diventa cronica in un’elevata percentuale dei casi, stimata fino all’85%. Il 20-30% dei pazienti con epatite cronica C sviluppa, nell’arco di 10-20 anni, una cirrosi e da questa l’epatocarcinoma puo’ evolvere in circa l’1-4% dei pazienti. Anche in Italia servirebbe una maggior sensibilizzazione dei medici di medicina generale e della popolazione affinche’ ci si sottoponga ai test nei laboratori di Microbiologia clinica”.