Federfarma sollecita a rivedere norme su antipsicotici di nuova generazione

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Per venire incontro alle esigenze dei pazienti e non creare loro disagi – e possibili pericolose interruzioni della terapia – e’ urgente che l’Agenzia italiana del farmaco riveda il provvedimento che dal 24 maggio ha abolito l’obbligo del piano terapeutico per gli antipsicotici di seconda generazione. E’ l’appello lanciato da Federfarma, il sindacato nazionale delle farmacie private, nell’intento di evitare disagi ai pazienti in cura con questi farmaci.logoFederfarma

Le preoccupazioni si concentrano soprattutto sui medicinali a base di clozapina, l’unico principio attivo della classe a essere sottoposto a ricetta limitativa: con l’abrogazione del piano terapeutico, che consentiva la prescrizione ai medici di famiglia, i malati in trattamento devono ora farselo prescrivere dagli specialisti delle strutture pubbliche.

”Per molti di loro” spiega il presidente di Federfarma, Annarosa Racca ”questo significhera’ fare la spola tra casa e ospedale, liste d’attesa per la visita specialistica e quindi inutili perdite di tempo, con costi sociali non indifferenti”. In piu’ c’e’ l’emergenza determinata dalla modifica del regime prescrittivo: ”Ora abbiamo pazienti che vengono in farmacia per ritirare un nuovo ciclo di terapia e noi non possiamo fare altro che rifiutare la dispensazione e inviarli dallo specialista. Tra prenotazione della visita e liste d’attesa, c’e’ il rischio che queste persone rimangano senza clozapina”.

Di qui la nota inviata da Federfarma all’Aifa perche’ riveda il provvedimento.

Due, in particolare, le soluzioni proposte da Federfarma: sul breve periodo, sarebbe consigliabile mantenere la validita’ dei piani terapeutici approvati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, in modo che i pazienti possano continuare a servirsi del loro medico di famiglia e della loro farmacia (nei giorni scorsi la Regione Sardegna ha gia’ emanato una disposizione di questo tenore); risolta l’emergenza, l’Aifa dovrebbe avviare una riflessione per valutare se non sia il caso di ripristinare il piano terapeutico per i farmaci a base di clozapina, in modo da evitare inutili peregrinazioni ai malati. ”Sono persone che gia’ soffrono di disturbi socialmente penalizzanti” conclude il presidente Racca.

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