Alzheimer e neurodegenerazione: dal S. Raffaele la conferma che una fervida attività cerebrale riduce le malattie

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Alzheimer


Uno studio pubblicato su ‘Neurobiology of Aging’ dai ricercatori del San Raffaele ha dimostrato per la prima volta nei pazienti con la malattia di Alzheimer che il sistema colinergico, importante per la memoria e per tutti i processi cognitivi, viene potenziato nei soggetti con alti livelli di scolarita’ e occupazione, contrastando la neurodegenerazione. Ogni individuo possiede una riserva cognitiva che viene costruita e potenziata durante tutta la vita con le attivita’ mentali quotidiane. Questa ‘riserva’ ha una base neurobiologica, che si esprime mediante l’arricchimento delle connessioni sinaptiche, del numero di neuroni e dell’attivita’ cerebrale.Alzheimer
Nella malattia di Alzheimer si evidenzia clinicamente, anche nelle fasi piu’ precoci, una diminuzione delle capacita’ cognitive, causata dalla distruzione delle connessioni cerebrali e dalla morte dei neuroni indotte dalla malattia. Per Daniela Perani, coordinatrice del gruppo di ricerca del San Raffaele, “oggi dobbiamo essere consapevoli di un’arma per contrastare la neurodegenerazione neuronale, cioe’ l’accesso a buoni livelli di scolarita’ ed educazione culturale e la possibilita’ conseguente di ottenere un lavoro impegnativo e stimolante. Questo significa un costante e complesso esercizio per il nostro cervello, sotto forma di stimolazione cognitiva, che ci consente di costruire durante la vita una difesa delle nostre capacita’ mentali, non solo contro i processi di invecchiamento, ma anche contro la possibilita’ di sviluppare malattie del cervello”. La malattia di Alzheimer colpisce in Italia 850.000 persone e corrisponde a circa il 50% di tutte le demenze (AGI) .

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