Calvizie: nuovo metodo con la rigenerazione cellulare. Stimolare follicoli inattivi

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Metodo innovativo per stimolare i follicoli inattivi
Non arrivare troppo tardi. Non sprecare le risorse che ancora ci sono. Nella guerra contro la caduta dei capelli – diradamento, arretramento o perdita progressiva che sia – ci sono molti metodi, ma su una strategia unica gli esperti sembrano convergere: non perdere tempo in soluzioni che promettono miracoli, ma non vanno alla radice del problema. Il trattamento di ogni fase del disturbo, che non è solo un disagio estetico, ma una “vera malattia”, ha bisogno di mezzi adeguati
All’inizio – Spesso la prima linea è il parrucchiere, poi arriva il farmacista. Solo dopo il dermatologo o il tricologo. Si comincia subito con farmaci e lozioni. In questa fase si combatte contro gli ormoni che influenzano la vitalità dei follicoli: integratori, vitamine, antiossidanti, lozioni topiche. Si tratta di metodi che vanno bene quando i segni sono solo all’inizio, ma il rischio è che si aspetti troppo tempo “mentre la problematica tende ad andare avanti, perché nonostante ci possano essere delle ‘finestre’ di miglioramento, il meccanismo ormonale e biologico che si è attivato determina un avanzamento probabile della malattia”, spiega Mauro Conti, direttore scientifico dell’Hair Clinic Italia.

Secondo approccio – La chirurgia e il trapianto sono il secondo passaggio. Si tratta di tecniche che si sono molto affinate nel tempo. “La terapia chirurgica – afferma l’esperto – una soluzione estetica per ‘tappare un buco’, ma non una cura determinata”. Tamponare l’inestetismo potrebbe essere una via breve, valida “forse” per chi è già troppo avanti con il problema calvizie, ma un errore strategico per chi ha ancora “un terreno a cui far riferimento per rivitalizzare il sistema biologico della crescita”, spiega Conti.

Soluzione moderna ed evoluta della calvizie – La chirurgia non è una cura. La ricerca e la medicina permettono, in questo caso, di trovare degli alleati nelle cellule dello stesso paziente. “Senza chirurgia possiamo oggi prelevare dal sangue le cellule cd34 positive – continua Conti – insieme a piastrine ‘giovani’ e combinare l’azione di queste due tipologie di cellule con sostanze rigeneranti applicandole direttamente alla cute della persona che soffre di calvizie”. Si chiama Rigenerazione Cellulare. Si tratta di un complesso di “staminali” che agisce in due modi: “Se il capello è debole, stanco, sfibrato lo irrobustisce dalla radice, quando invece il follicolo – il serbatoio da cui nascono i nostri capelli – è ‘dormiente’, agisce ri-stimolandone la vitalità temporaneamente “ferma”. Sui follicoli non atrofici e ricettivi alla stimolazione si ottengono benefici che vanno oltre la chirurgia, viene arginata l’evoluzione della patologia e favorita la massima ricrescita dei capelli.

Sulle zone critiche – Agire subito, quindi, aiuta a frenare un problema che altrimenti tenderebbe ad avanzare velocemente. Quali sostanze si aggiungono alla cura? “Sostanza rivascolarizzanti, che stimolano nuovi capillari e più sangue e nutrienti verso la cure significa follicoli più forti e vivi – spiega Conti – e sostanze antinfiammatorie, che riducono l’effetto dello stress biologico, rallentano anche l’instabilità chimica creata dai radicali liberi”. Quali persone sono candidate alla cura? “Va bene per tutti, ed è assolutamente consigliato sia in calvizie ampie, sia nei casi di diradamento dove l’autotrapianto potrebbe addirittura essere deleterio per i follicoli nativi, sia pre o post chirurgia per assicurare un risultato di valore e complessivamente imparagonabile alla sola chirurgia – sottolinea Conti –. È adatto anche per le donne. Sono sempre di più, infatti, le signore – conclude l’esperto – che per problemi tiroidei, gli effetti di una gravidanza stressante, mancanza di ferro e anemizzazione, cattiva alimentazione o per prolungati stress dovuti a tinture e trattamenti si trovano a fare i conti con la perdita di forza e l’effettivo diradamento della capigliatura”.

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