Angiologia: con il caldo rischio trombosi acute e flebiti aumenta
In estate il grande caldo, e soprattutto la forte umidità, sono una minaccia per molti, ma soprattutto per chi soffre di problemi vascolari. Trombosi acute e flebiti sono i maggiori rischi che si possono correre. A mettere in guardia è Giancarlo Accarino, direttore della Chirurgia vascolare ed endovascolare dell’azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, che spiega all’Adnkronos Salute come evitare situazioni di rischio. “Dal punto di vista venoso – sottolinea Accarino – il grande caldo induce vaso-dilatazione, quindi rigonfiamento di tutte le vene. E si ha un ristagno, soprattutto a carico degli arti inferiori, nelle persone che hanno una insufficienza venosa; questo comporta gonfiore e la visibilità maggiore di tutte le vene. La situazione – avverte l’esperto – peggiora dove l’umidità è più forte”. “Dal punto di vista generale, poi – continua lo specialista – abbiamo la perdita di liquidi con la sudorazione, che avviene a discapito della componente liquida del sangue. Quindi aumenta la concentrazione dei globuli rossi e dunque si accentuano i rischi di possibile coagulazione all’interno dei vasi. Perciò persone che hanno patologie arteriose, come placche, corrono il rischio di avere trombosi acute; mentre le persone con problemi venosi possono avere l’insorgenza di flebiti. Questi, dunque, sono i rischi maggiori dovuti alla disidratazione e alla dilatazione periferica”. I consigli dell’esperto, rivolti soprattutto alle persone anziane, sono di “bere tanto e stare in ambienti non tanto freschi, quanto deumidificati, perché è proprio l’umidità a provocare i problemi maggiori. E poi bisogna muoversi, perché per il settore venoso – spiega Accarino – il movimento riesce a fare in modo che la stasi si riduca”. E per gli amanti del mare, raccomanda lo specialista, è bene “esporsi al sole nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio, evitando le ore più calde. E soprattutto bagnarsi spesso per abbassare la temperatura corporea”.