Antibiotici ad ampio spettro: mine per la salute

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Un nuovo studio svela il diffuso abuso di potenti antisettici che causano resistenza e riduzione dell’immunità. Oltre il 25 percento delle prescrizioni si sono rivelate inutili oltre che dannose

In questi ultimi anni sempre più medici si sono resi conto del rischio delle prescrizioni improprie di antibiotici. Non a caso non vengono più consigliati ai pazienti come era uso un tempo, in particolare quando non strettamente necessari: per esempio, durante episodi di influenza. Assunzioni che si sono rivelate oltre che inutili anche dannose.

Tuttavia, il problema non è ancora totalmente estinto: secondo recenti indagini, infatti, quando i medici – in particolare quelli Usa – scelgono antibiotici per i propri pazienti, nel 60% dei casi optano per quelli definiti “ad ampio spettro”.
Tale dicitura sindica che il farmaco non si limita a uccidere esclusivamente ceppi di batteri specifici per la malattia in atto, bensì la maggior parte di quelli che si trovano nel nostro corpo – senza distinzione di sorta.

Tutto ciò, anche se potrebbe all’apparenza sembrare positivo, a lungo andare può rivelarsi particolarmente nocivo per l’organismo. Oltre a ciò, nonostante le raccomandazioni, dagli ultimi studi è emerso che nel 25% dei casi esaminati, la prescrizione si è rivelata totalmente inutile – considerando che la malattia era causata da virus e non da batteri.

Secondo il dottor Adam L. Hersh, pediatra specializzato in malattie infettive presso l’University of Utah School of Medicine, questo abuso ingiustificato di antibiotici – in particolare quelli ad ampio spettro – non farebbe altro che ridurre sempre di più la forza immunitaria del paziente. Tali farmaci, infatti, non solo distruggono i batteri “cattivi” ma riducono anche quelli “buoni” contribuendo all’aumento di batteri antibiotico-resistenti.

Se è pur vero che non è semplice discernere tra malattia batterica o virale, è anche certo che è necessario porre molta cautela, in caso di dubbio, nel prescrivere antibiotici.
«Sembra che la naturale tendenza, quando vi è incertezza circa la causa di un’infezione, sia quella di peccare per eccesso nella prescrizione di antibiotici», spiega Hersh.

«Il nostro studio ha evidenziato come la maggior parte delle ricette siano relative ad antibiotici che uccidono una vasta gamma di batteri e che hanno maggiori probabilità di essere prescritti quando non sono necessari, come ad esempio nei casi di infezioni virali», conclude Hersh.

Secondo i risultati della ricerca guidata da Hersh e pubblicata sul Journal of Antimicrobial Chemotherapy, i medici sembrano prescrivere antibiotici ad ampio spettro in particolare per infezioni del tratto respiratorio, urinario e della pelle. Nella maggior parte dei casi – secondo gli autori dello studio – se si fosse scelto di adoperare farmaci specifici, forse si sarebbero ottenuti migliori risultati e, senza ombra di dubbio, anche minor resistenza agli antibiotici.

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