Artrite reumatoide, e le capacità del pesce di ridurne il rischio
Mangiare una porzione di pesce azzurro a settimana, secondo un nuovo studio, dimezza il rischio di sviluppare l’artrite reumatoide, la malattia che col progredire attacca le articolazioni rendendole rigide, gonfie e doloranti
L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune le cui origini sono sconosciute. E’ caratterizzata da una forma di cronicità a carico di articolazioni, muscoli, tendini. E’ altresì sistemica e invalidante, tanto che chi ne è colpito spesso trova molta difficoltà nei movimenti e nella deambulazione. Si accompagna inoltre a gonfiori e dolori.
A esserne più colpite sono le donne, rispetto agli uomini, e l’età media in cui insorge è tra i 40 e i 60 anni.
Poiché non esiste una cura definitiva per questa patologia, la prevenzione rimane ancora e sempre la forma di cura migliore. E in questa direzione va un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Annals of the Rheumatic Diseases, in cui si suggerisce che mangiare una porzione di pesce azzurro a settimana (come sgombro, salmone, alici…) può dimezzare il rischio di sviluppare la malattia.
A offrire l’effetto protettivo nei confronti dell’artrite reumatoide sarebbe i noti acidi grassi essenziali omega 3, di cui il pesce azzurro è ricco, che offrirebbero un effetto antinfiammatorio significativo.
Oggetto dello studio sono gli effetti di questi acidi grassi su oltre 32mila donne svedesi che sono state seguite per circa dieci anni, e che in questo periodo hanno consumato in media una porzione di pesce vario a settimana. Nelle donne che seguivano questa dieta si è constatata una riduzione del rischio di quasi un terzo, mentre in quelle che mangiavano nello specifico il pesce azzurro la riduzione del rischio si dimezzava – la stessa cosa avveniva se le porzioni di pesce di altro tipo arrivavano a quattro a settimana.
Lo studio, condotto dai ricercatori dell’Institute of Environmental Medicine, Karolinska Institutet, tra cui i dottori Daniela Di Giuseppe, Alice Wallin, Matteo Bottai, Johan Askling e Alicja Wolk, mostra dunque che una dieta prolungata che preveda l’assunzione di alimenti contenenti acidi grassi omega 3 sia di beneficio nella prevenzione di malattie come l’artrite reumatoide.
«Questo studio prospettico sulle donne – concludono gli autori – supporta l’ipotesi che l’assunzione di acidi grassi a catena lunga n-3 PUFA può svolgere un ruolo nell’eziologia [la causa] dell’artrite reumatoide».