Cuore torna a battere con cellule staminali

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Lo studio dell’Università di Pittsburgh

Far tornare a battere un cuore partendo da cellule della pelle. I ricercatori dell’Università di Pittsburgh (Stati Uniti) sono riusciti per la prima volta a rigenerare un cuore in grado di battere regolarmente a partire da un cuore di topo privato delle sue cellule, su cui sono stati fatti crescere e differenziare precursori delle cellule cardiache umane ottenuti a partire dalla pelle. Lo studio, pubblicato su Nature Communication, spalanca le finestre su di un nuovo scenario in cui gli organi per i trapianti possono essere ottenuti a partire da cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) lasciate crescere su impalcature tridimensionali.

Per eliminare le cellule del cuore utilizzato negli esperimenti è necessario un processo lungo 10 giorni, durante i quali l’uso di più agenti diversi permette di ottenere quello che può essere definito lo scheletro del cuore. Nel frattempo i fibroblasti ottenuti da un piccolo campione di pelle vengono utilizzati per ottenere le cellule iPS, che grazie all’uso di particolari fattori di crescita si trasformano in progenitori cardiovascolari multipotenti (MCP), che a loro volta possono differenziarsi nei tre tipi di cellule presenti nel cuore: i cardiomiociti, le cellule endoteliali e le cellule muscolari lisce. “Nessuno aveva provato prima ad utilizzare questi MCP per rigenerare il cuore – ha sottolineato Lei Yang, responsabile dello studio – Ne è venuto fuori che la matrice extracellulare del cuore, il materiale che è il substrato dell’impalcatura del cuore, può inviare segnali per guidare le MCP a diventare le cellule specializzate che servono per il corretto funzionamento del cuore”.

Il processo di rigenerazione del cuore ha richiesto poco settimane e ha permesso di ottenere un organo in grado di contrarsi ad un ritmo di 40-50 battiti per minuto. Serviranno, invece, nuovi studi per riuscire ad ottenere un cuore che batta abbastanza forte da pompare efficientemente il sangue e per riprodurre il sistema di conduzione elettrica che permette al cuore di accelerare e di rallentare quando necessario. I ricercatori hanno, però, un altro obiettivo a breve termine: produrre “cerotti” di tessuto cardiaco umano da utilizzare per rimpiazzare le zone dell’organo danneggiate da un infarto.

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